“Siamo pezzi di un motore sparsi ovunque che non trova piu’ la via per l’assemblaggio per una vita diversa da quella che viviamo adesso”, ma “i tempi sono maturi per rimuovere questo nostro apatico sistema di vita”. Lo ha detto Adriano Celentano nel monologo di alcuni minuti tenuto durante il concerto di ieri sera all’Arena di Verona.
Un monologo dove il tema dominante e’ stato ancora una volta la natura, la tutela della natura. Ma con accenni alla realtà delle citta’: “Che valore avrebbe vivere in un appartamento con tutti i comfort possibili se poi quell’appartamento e’ inserito in un contesto come le Vele di Scampia o di Palermo oppure a Quarto Oggiaro a Milano?”, rappresentando in questa maniera il degrado urbano. Se si facesse una classifica degli ideali per cui vivere, “penso che dopo l’amore, che e’ al primo posto, ci sarebbe la bellezza del proprio habitat. Il vero appartamento e’ fuori, dove la gente si scambia un saluto”. Celentano ha sottolineato “siamo spenti, e in effetti non ci vuole molto per capire che il senso della vita spesso ci sfugge. Voi dite che siamo qui riuniti, ma per quanti minuti ancora? Finita la serata, ognuno di noi tornera’ ad essere solo nella propria casa, in attesa di un altro evento come questo. Ma questo non vuol dire stare insieme. Invece, stare insieme e’ essere legati da qualcosa che ci tiene uniti neanche quando siamo soli. Ma non l’abbiamo questo qualcosa, e i politici non l’hanno capito. Ma sta tornando… si tratta di individuare quel filo sottile, quasi invisibile, che la capacita’ di legarci tutti insieme.
Questo significa vivere in un progetto”. Ma come realizzare questo progetto “che sconfiggerebbe la crisi e portare la nostra nazione a sognare in qualcosa che puo’ avverarsi?”, ha aggiunto Celentano. “Pensate, un’intera nazione che sogna… Se si e’ in tanti a sognare, non c’e’ sogno che non possa realizzarsi”. (AGI)

#ROCKECONOMY spopola su Twitter

Tutti ne hanno parlato, bene o male, e l’hashtag è finito tra quelli più popolari su Twitter: il molleggiato nelle due serate ha registrato ascolti record e i commenti non si sono sprecati…da quelli elogiativi a quelli denigratori ce ne sono davvero tantissimi, sia da personaggi famosi che da persone normali. Tutti hanno più o meno criticato la retorica e le lunghe prediche di Celentano, poste più in rilievo delle sue canzoni stessa…ma una cosa ha messo tutti d’accordo, ovvero la scelta di Gianni Morandi di cantare Caruso come omaggio a Lucio Dalla.

Il concerto ieri sera si è chiuso con “Prisencolinensinainciusol” e con Adriano che ha lasciato la scena del palco, tra luci e colori, molto lentamente salutando il suo pubblico. Assisteremo ancora a concerti di Celentano dal vivo? O questo era davvero il suo ultimo? Che ne pensate? L’avete seguito? Vi è piaciuto?

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