Siamo a Venezia dove – come racconta Il Corriere del Veneto – alcuni turisti, ovvero un gruppo di studenti giapponesi, si è recato in Questura per denunciare un vero e proprio “furto” a tavola. Non è la prima volta che un ristoratore “furbetto”, a fine pasto, consegni ai malcapitati di turno un conto salatissimo, con prezzi non di mercato. I giovani, infatti, non avrebbero ordinato né vini pregiati né champagne né ostriche né caviale. Avrebbero chiesto semplicemente una frittura mista e quattro bistecche: avevano fame e così, si sono seduti in una nota osteria di Venezia per consumare il loro pasto. Un momento piacevole che si è trasformato (quasi) in un incubo. Il motivo è presto detto.

La comitiva era composta sette persone, di cui tre di loro hanno preferito pranzare in un altro posto (dove, per tre piatti di pasta al pesce hanno speso la bellezza di 350 euro: non è andata tanto meglio). Una volta finita la consumazione nella nota osteria di Venezia, sono stati invitati a pagare un conto da 1.100 euro per aver mangiato una semplice frittura mista e quattro bistecche. A denunciare il fatto è stato il Gruppo 25 Aprile, informato dalla guida turistica che ha accompagnato i giovani nella visita di Venezia ma che – è doveroso sottolinearlo – non era presente al momento in cui si è verificato il fatto. Non era a pranzo con loro.

Sconvolti, i ragazzi hanno pagato e hanno preso il treno per Bologna correndo in Questura per denunciare tutto: “I sette ragazzi hanno pagato con carta di credito presentando prova di quanto accaduto” ha spiegato il portavoce del Gruppo, Marco Gasparinetti che ha trovato il gruppo di studenti “molto arrabbiati”, stando alla ricostruzione del Corriere.it.

È probabile che nei prossimi giorni la Questura di Venezia contatti quella di Bologna per far luce sull’accaduto che ha visto protagonisti, loro malgrado, un gruppo di giapponesi.

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