Costantino di Pechino Express: "Non ho tabù e nessun problema a dire che ho problemi di impotenza"

Costantino della Gherardesca è stato confermato alla guida di Pechino Express, ma intanto si è confessato, fra l'odio per il perbenismo e i finti moralisti, e la mancanza totale di tabù che lo portano ad ammettere: "Soffro di impotenza".

Ha origini nobili e una discendenza importante, una parentela con il Conte Ugolino descritto  nel canto XXXIII  dell’Inferno della Divina Commedia di Dante; eppure, Costantino della Gherardesca si è affermato come personaggio popolare e molto apprezzato dal pubblico non in virtù delle sue radici aristocratiche e in un certo qual modo “leggendarie”, ma per il forte senso dell’umorismo pronto a trasformarsi all’occasione anche in spudorata auto ironia, per il cinismo tipico del dandy cresciuto fra gli agi che non ostenta più di troppo ma neppure fa nulla per nasconderlo, il che riesce a renderlo comunque simpatico e non snob, e per la schiettezza che spesso non ti aspetti da uno che credi essere stato educato alle buone maniere e secondo una certa etichetta.

Insomma, il conduttore di Pechino Express, uno dei reality più duri e seguiti della televisione italiana, che porta le coppie di concorrenti in gara a percorrere circa 8 mila km per raggiungere una determinata meta in un viaggio a tappe di alcuni giorni, armati solo di uno zaino e di pochissime provviste, è un tipo davvero contro corrente, che prova gusto all’idea di “pestare i piedi”, con la sua genuinità e il suo essere eccezionalmente diretto, anche a ipocriti e benpensanti.

Non perché gli piaccia passare per insopportabile, sia chiaro, ma per una sua naturale e insita antipatia verso il politically correct a ogni costo, che costringe le persone talvolta a reprimersi pur di essere apprezzate. Lui ci riesce anche essendo così, difficilmente manipolabile dalla ricerca spasmodica del consenso.

La ricerca del consenso rende le persone pessime – ha detto senza mezzi termini intervistato nel 2017 dal Corriere – Il mio imperativo è non essere codardo, dire quello che penso. Anche se significa affermare che in politica salvo solo Mario Monti e condanno i 5 Stelle.

Un “vizio” per l’onestà a tutti i costi che Costantino imputa, forse, alla carenza della figura paterna: suo padre, infatti, lo ha riconosciuto quando lui aveva già cinque anni, ecco perché porta il cognome aristocratico di mamma Costanza.

L’ho conosciuto a 5 anni e l’ho perso a 18 – dice a proposito – Sono cresciuto nei collegi, sono nato ricco e ho provato tutte le droghe: mi sono dovuto dare il coraggio di salvarmi da solo.

E in questa necessità di “salvarsi da solo” Costantino ha imparato ad avere le spalle larghe, anche e soprattutto rispetto alle critiche inevitabili su certe sue affermazioni. Come quando candidamente ammette di essere un amante del lusso, dello spreco e del divertimento, e di non capire proprio l’ostentazione a tutti i costi della semplicità e della povertà.

Tutti blaterano di semplicità, ricchezza interiore e povertà come virtù, ma nessun povero è felice di essere povero. Sono stufo della retorica antiprogressista e pauperistica, dello ‘stavamo meglio quando avevamo meno’, degli scrittori come Erri De Luca e Mauro Corona che fuggono dai grattacieli e dalla tecnologia per la casetta in montagna, dimenticando che possono avere vizi da intellettuali solo perché a 5 chilometri hanno un ospedale e la modernità.

E non capisce proprio quelli che

… fanno chilometri a piedi sotto il sole per trovare una spiaggia incontaminata di sassi e starci scomodo. Sono per le vacanze di lusso. E in Italia ne faccio poche perché l’Italia è piena di posti malinconici.

Un po’ “Briatore style” questa frase, ma Costantino contesta soprattutto un altro aspetto delle mete turistiche italiane:

I pochi che non lo sono [malconci, ndr.] non me li posso permettere: per due settimane top a Positano servono 10 mila euro, in Thailandia per un cinque stelle bastano 70 euro al giorno.

Non che Costantino pianga miseria, ma di certo si scaglia apertamente contro

… un Paese che premia i moralisti. Flavio Insinna guadagna un sacco di soldi e deve andare da Bianca Berlinguer a dire con mestizia che sta dalla parte dei poveri. L’allegria è malvista. Io vorrei fare il clown, invece mi costringono a fare la tv intelligente, a spremermi le meningi e spremere gli autori.

Tanto che il “suo” Pechino Express, provato nel 2012 in veste di concorrente, e poi condotto dal 2013, è stato definito dal critico Aldo Grasso “intelligente”. Come lo spiega, lui che invece amerebbe fare il “pagliaccio” televisivo?

La tv non dev’essere per forza educativa. E io non tratto il pubblico da subumano e faccio un reality non provinciale. Vieto ai concorrenti frasi fatte, tipo ‘sono poveri ma ci hanno accolto’, e loro sono pronti a fare figuracce, il che è politicamente scorretto.

Nell’edizione 2019 il suo nome alla guida del reality sembrava essere indicato come “out”, sostituito da Simona Ventura, ma durante la presentazione dei palinsesti Rai, a luglio, l’allontanamento di Costantino è stato scongiurato.

Argomento amore: forse l’unico aspetto che Costantino salva dell’Italia in questo momento, in un’ottica forse fin troppo pessimista ma schietta come sempre, sono proprio le unioni omosessuali, anche se non risparmia comunque qualche critica ai “colleghi gay”.

Sognano il matrimonio nella chiesetta dimenticando che è in quella chiesetta che è nata l’omofobia.

Visione troppo negativa? Forse, ma di sicuro è quella di uno che si definisce orgogliosamente non romantico, non monogamo, e si diverte a immaginarsi playboy con tanti amanti piuttosto che marito e padre fedele. E, a proposito della sua vita da impenitente dongiovanni, anche qua Costantino riserva delle sorprese, ammettendo senza nessun imbarazzo

Negli ultimi tre anni, ho avuto solo amanti che ho reso insoddisfatti. Ho un calo del testosterone precoce dovuto a antidepressivi e psicofarmaci presi per combattere l’agorafobia. E hanno influito la grassezza e la mancanza di esercizio fisico. Io non ho tabù. Mi sono curato con testosterone in gel. Ero tornato playboy, però mi sono venuti i brufoli, le apnee notturne e i mal di testa e ho smesso. In compenso, ho perso 20 chili e mi sono convertito alla medicina tradizionale: dopo le diete più alternative, a Dubai ho scovato una nutrizionista bravissima, Nadia Ahmad.

Con lei, che frequenta da 11 mesi, Costantino ha recuperato l’educazione ai tre pasti giornalieri, e finalmente può sfoggiare i vestiti che desidera: classici quando resta nei confini nazionali, camice sgargianti quando invece è all’estero. E anche qui la frecciatina al vetriolo è dietro l’angolo.

 L’abbigliamento giovanile, sportivo e fashion è ridicolo. Uno o si veste formale o capisce la moda, ma come dice la mia amica Miuccia Prada, c’è meno gente che capisce di moda che d’arte.

Lui è così: o lo ami o lo odi. In entrambi i casi, a Costantino va bene, perché a volte prova entrambe le cose per se stesso.

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