Francesco Bellomo, il magistrato accusato di costringere le borsiste a indossare minigonne, si difende

Il consigliere accusato di imporre alle sue studentesse minigonne, tacchi e il nubilato risponde: "Una volta che io esco dalle aule di giustizia torno una persona libera di esprimere le mie idee. Giudicatemi come uomo".

Il Consigliere di Stato Francesco Bellomo, direttore della sua scuola privata per aspiranti magistrati Diritto e Scienza con sede a Milano, Roma e Bari, avrebbe obbligato le sue studentesse a presentarsi a lezione ben truccate, in minigonna e con tacchi a spillo per ottenere la borsa di studio e superare il concorso da magistrato grazie ai suoi consigli.

Non solo il dress-code nelle richieste di Bellomo: il magistrato chiedeva anche lo status di nubile e, se le ragazze erano fidanzate, faceva eccezione solo per i compagni con QI superiore ad un certo standard. Nessuna eccezione, invece, per le studentesse sposate che quindi non potevano diventare borsiste.

Una volta ottenuto l’accesso alla borsa di studio, le ragazze sottoscrivevano un contratto che prevedeva diversi impegni (oltre a confermare quelli di cui sopra), come la scrittura di articoli per la rivista Diritto e Scienza, prendere parte a convegni, studi e promuovere l’immagine della società.

Ad aprire un’indagine conoscitiva su Bellomo e sul collaboratore Davide Nalin, che potrebbe significare la sospensione dall’incarico e dallo stipendio, la procura di Bari dopo la segnalazione presentata a Piacenza di un padre di una delle studentesse coinvolte.

Mentre il Consiglio di Presidenza fa sapere di aver deliberato la sanzione massima e la destituzione dal servizio per Bellomo (a cui seguirà l’Adunanza generale del Consiglio di Stato), l’imputato si difende rilasciando un’intervista ai microfoni del Corriere della Sera.

Sono tenuto al silenzio e fino a che non sarà finita non posso difendermi. Sono state scritte cose false. Il magistrato si giudica per quello che fa. La giustizia è criticatissima e invece vi trovate davanti uno che per 25 anni l’ha svolta in maniera praticamente perfetta. Una volta che io esco dalle aule di giustizia torno una persona libera di esprimere le mie idee. Giudicatemi come uomo.

E sui termini del dress code, Bellomo dichiara:

Le mie allieve (e i miei allievi) hanno superato il concorso più di quelle di qualunque altro corso. E poi il dress code non è quello che scrivete. […] E il dress code non mi è stato contestato, mentre leggo che sono stato condannato per quello. Io non posso e non voglio parlare di quel procedimento di fronte al Consiglio di Stato.

L’udienza cautelare nella sezione disciplinare del Csm su Davide Nalin è prevista per venerdì 15 dicembre. Anche nel caso di Nalin il pg della Cassazione ha richiesto la sospensione cautelare dalla funzione dallo stipendio.

L’intervista completa sul Corriere della Sera.

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