Charlie è nata con un’emangioma infantile, una voglia sulla guancia destra. Per impedire che la figlia, crescendo, non riuscisse ad accettare l’aspetto del proprio viso o trovasse nella sua particolarità una ragione per sentirsi “diversa” rispetto agli altri, la mamma, Katie Crenshaw, ha deciso di farle un regalo davvero speciale: una bambola di pezza che ha la stessa, identica voglia.
Katie ha chiesto aiuto a Kayla Baker, che ha ideato Little Plain Jane, un piccolo marchio che realizza delle splendide bambole fatte a mano (ma anche accessori), personalizzabili per i più piccoli; Kayla, che ha una bambina di tre anni affetta da autismo, sa quanto sia importante che i bambini, che potrebbero essere soggetti a problemi di inserimento sociale o di auto accettazione, trovino un’identificazione in qualcosa, perciò ha creato per Charlie quella che, a tutti gli effetti, è la sua versione “doll”, e l’ha regalata a Katie. La quale ha postato sulla pagina Facebook Love What Matters le foto della sua bambina con il nuovo giocattolo, che naturalmente è stato apprezzatissimo.
“Come madre sono sempre stata schietta sulla sua imperfezione facciale, promuovendo l’accettazione e la consapevolezza – ha scritto Katie nel post – Fino a poco tempo fa, Charlie era beatamente ignara di avere un segno particolare che la rende unica”.
Katie, inoltre, ammette di non aver saputo resistere fino a Natale, giorno in cui avrebbe dovuto dare la bambola a Charlie, e di aver quindi anticipato la sorpresa.
Quando ho consegnato la bambola a Charlie, le sono brillati gli occhi; si è subito toccata la guancia, e ha sorriso. Adesso, Charlie ha una bambola che assomiglia esattamente a lei.
Già, perché Little Plain Jane ha chiesto a mamma Kate una fotografia della bambina, in modo che capelli, forma del viso, ma soprattutto la forma della voglia sulla guancia fossero il più possibile identiche a quelle di Charlie. Il risultato è a dir poco sorprendente.
Da quando gliel’ho data, Charlie non l’ha più abbandonata; le ha pure dato un nome: Principessa Guancia. Questo è il regalo più bello che potessimo ricevere questo Natale. La piccola non è mai stata così felice.
Se anche questo può servire per far comprendere a un bambino che non c’è nulla di male nell’avere un “segno distintivo”, che la presenza di una voglia sul viso, o di qualsiasi altro aspetto che potrebbe essere giudicato “diverso”, in realtà non deve rappresentare una fonte di imbarazzo o vergogna, ben venga. Alla faccia di chi dice che “sono solo giocattoli”.
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