A parlare al Corriere.it, per la prima volta, è il papà di uno dei bambini che per mesi, in un piccolo nido del Pigneto, sarebbero stati maltrattati. Parolacce, botte, insulti, intimidazioni, espliciti riferimenti sessuali e punizioni corporali come il “lancio del bambino sul materassino”. Un vero e proprio nido-lager che ha portato alla condanna dei due presunti aggressori, dei fratelli che non avevano alcuna pietà per i piccoli. “Provo collera verso questa mamma, che per prima ha fatto la denuncia, ma che non ci ha avvertito e che probabilmente ha temuto di non essere creduta facendo da sola e portando via la figlia dal nido. I nostri, invece, sono rimasti per alcuni mesi ancora in quell’appartamento dell’orrore fino a quando la polizia ci ha chiamati facendoci sentire gli audio e vedere i video” ha raccontato l’uomo.

In realtà anche il figlio di questo papà aveva fatto intendere qualcosa:

Quel pugno, invece, lo ha ricevuto davvero. “Le abbiamo creduto perché avevamo fiducia totale in lei, partecipava a tutte le feste dei bimbi, faceva regali ai compleanni, sembrava affettuosa e premurosa. Adesso mi rimprovero, ogni giorno, perché dovevo essere più attento” ha spiegato. In quel nido-lager, secondo il racconto di questo padre, sarebbe accaduto di tutto: “Bimbi costretti a dire di se stessi ‘sono un handicappato’, ‘sono un co..’, ‘sono brutto’. A qualcuno si diceva ‘Giochi troppo con questo amichetto, allora sei fr..’. Mi si gela il sangue tutte le volte che ci penso. E poi spintoni, calci, pugni e lanci sul materassino”.
I minori sarebbero stati costretti persino “a toccarsi, a baciarsi in bocca con la lingua” e, se non lo facevano, “venivano puniti”.
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