Irene Camber compie 90 anni: Auguri alla “Cenerentola del fioretto italiano”

Oggi, 12 febbraio, compie 90 anni Irene Camber. Un nome che forse non dirà molto alle più giovani di noi, ma Irene è una donna che ha saputo riscrivere a caratteri cubitali la storia dello sport italiano. Ecco la meravigliosa storia della medaglia d'oro olimpica più longeva del nostro Paese.

Corre l’anno 1952: in Inghilterra Elisabetta II succede al padre Giorgio VI e gli Stati Uniti varano il primo sommergibile nucleare.

È il 28 luglio di una calda estate, ma non a Helsinki, capitale del Nord Europa eletta a ospitare le Olimpiadi. Atleti ed atlete da tutto il mondo, Italia compresa. Per la squadra azzurra di scherma viene selezionata Irene Camber che, grazie ad allenamento e tenacia, a 26 anni combatte e vince contro un mostro sacro della disciplina, ancora oggi considerata una delle atlete più forti di sempre: Ilona Schacherer Elek. L’Italia conquista la medaglia d’oro nel fioretto. Per Irene è la prima gioia planetaria: il Paese, con lei e grazie a lei, è sul tetto del mondo.

Oggi, venerdì 12 febbraio, Irene Camber – tra le 10 atlete italiane di ogni epoca in grado di aggiudicarsi la medaglia d’oro tanto ai Giochi Olimpici quanto ai Campionati mondiali –  compie 90 anni e conquista così un altro invidiabile titolo: è la medaglia d’oro olimpica più longeva dello sport del Bel Paese.

Ha visto guerre, Governi alternarsi l’un l’altro, regimi totalitari, boom economici. Ma soprattutto ha vissuto di amore per lo studio, per la conoscenza, l’arte e per lo sport. Inizia a tirare di scherma a 8 anni, praticamente per caso. La mamma avrebbe voluto indirizzarla verso la ginnastica ritmica come la sorella Giulietta, ma Irene è troppo attratta dalla disciplina già seguita dal fratello Riccardo: lo scherma. L’arma, il fioretto.

Lo sport è una sorta di tradizione per la famiglia Camber, ma solo Irene riesce a dedicarsi con tanta passione e determinazione a una carriera così foriera di successi: nel 1940, a soli 14 anni, vince la sua prima gara. Certo, si tratta di un torneo regionale, ma è comunque il trampolino di lancio per qualcosa di unico, la prima pagina del libro di una donna che riscriverà la storia dello sport italiano in uno dei momenti più bui della Nazione. Nel 1942, grazie agli insegnamenti del maestro Carlo de Palma, Irene agguanta la finale dei Campionati italiani, ma non vince.

Nel frattempo cresce, evolve, si forma, studia: si diploma prima in pianoforte al conservatorio, poi si iscrive all’Università di Padova e si laurea in chimica industriale; inizia ad insegnare matematica e chimica a Trieste, ma dopo la guerra, nel 1947, torna a impugnare il fioretto in occasione del campionato universitario.

La carriera di Irene Camber dopo Helsinki decolla: la giovane conquista il titolo mondiale individuale a Bruxelles nel 1953 e quello a squadre a Parigi, nel 1957. Sino a coronare un altro grande sogno: quello di diventare mamma. Sposa il dottor Gian Giacomo Corno e la famiglia si allarga: i figli che arrivano sono ben tre.

La neo mamma non partecipa ai Giochi Olimpici di Melbourne per stare in famiglia, ma alle Olimpiadi di Roma del 1960 vince il bronzo nel fioretto a squadre. Negli anni si sono affastellate nella vita di Irene Camber molte altre soddisfazioni: diventa commissario tecnico per il fioretto femminile e vince numerosi premi: Premio Colombo e Croce di Cavaliere della Repubblica (1953), Stella d’oro al merito sportivo (1985) e, nel 2001, si aggiudica il terzo posto fra i personaggi triestini del XX secolo, riconoscimento assegnato pure a due giganti come Nino Benvenuti e Nereo Rocco.

Non ci resta dunque che porgere i nostri auguri per i suoi 90 anni a Irene Camber, collare d’oro al merito sportivo del Coni nel 2015 nonché medaglia d’oro olimpica più longeva del movimento sportivo italiano.

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