La figlia Riina: "Non era un mostro, è stato un buon padre"

Per la prima volta parla la figlia di Totò Riina che racconta la sua infanzia e la scelta di lasciare la Sicilia: durante l'intervista, però, non prende le distanze dal padre, il "Capo dei capi", storico boss di Cosa Nostra.

Maria Concetta Riina, figlia del boss di Cosa Nostra deceduto lo scorso 17 novembre, parla per la prima volta in tv ai microfoni de “Le Iene”. Negli scorsi giorni, tra l’altro, è balzata agli onori della cronaca la notizia che, su un sito di e-commerce, era stato pubblicato un annuncio per la prevendita di alcune cialde di caffè dedicate a Totò Riina; iniziativa che sarebbe stata lanciata dalla figlia del “Capo dei capi” e da suo marito i quali da anni vivono a San Pancrazio Salentino (Brindisi).

“Me ne sono andata dalla Sicilia per stare lontana dal contesto e stare tranquilla ma non è stato possibile perché ci hanno sequestrato ingiustamente le aziende intestate a mio marito e ci hanno buttati in mezzo alla strada perché ci chiamiamo Riina. E noi dobbiamo essere colpevolizzati per questo tutta la vita, solo perché non prendo le distanze da mio padre?”, queste le parole della figlia di Totò Riina che, poi, ha aggiunto:

“Mio padre ai miei occhi era un’altra persona, non è il mostro che vedete voi, che vede l’Italia intera. È stato un buon padre e poi penso che ci sono delle cose che in cuor mio non sono state commesse […] Non ha potuto fare tutto quello da solo, si è accollato cose che altrimenti avrebbero dovuto accollarsi altri. Era un parafulmine”.

Poi la Riina parla della sua infanzia, quando il padre era latitante: “Eravamo in giro per l’Italia, giravamo sempre, di continuo, non ci fermavamo mai. Non andavamo a scuola, era mia madre a farci da insegnante, non ci fermavamo mai. Nonostante tutto facevamo una vita normale e andavamo a fare la spesa […] Mio padre usciva normalmente senza trucchi né maschere“. Giravano persino per Palermo e andavano a fare la spesa. Quando ci fu la strage di Capaci “l’abbiamo saputo dal tg mentre eravamo tutti sul divano” – ha raccontato Maria Concetta Riina – secondo cui il padre “non era né preoccupato né felice” e soprattutto “non ha brindato con lo champagne”.

Sarebbero andati anche in vacanza, girando indisturbati: in quel periodo, tra l’altro, c’erano molti posti di blocco ma nessuno li avrebbe mai fermati. “Siamo stati fortunati per 20 anni..” ha concluso.

 

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