*** Aggiornamento del 16 maggio 2022 ***

 Wentworth Miller non è certo nuovo a dichiarazioni inaspettate e in un certo modo “coraggiose”; così, dopo aver fatto coming out, aver parlato dei problemi di depressione e aver affermato di non voler più interpretare personaggi eteri, come vi riportiamo nell’articolo originale e aggiornamenti che seguono, la star di Prison Break, nel luglio del 2021, ha anche detto di essere autistico.

Come tutti, la vita in quarantena mi ha tolto delle cose – le parole dell’attore – Ma nella quiete e nell’isolamento ho trovato doni inaspettati. È stato un processo lungo e imperfetto che necessitava di un aggiornamento. Ma sono un uomo di mezza età, non certo un bambino di cinque anni.

Miller ha inoltre aggiunto di aver ricevuto una diagnosi formale di autismo all’incirca nel 2020.

NB: nell’articolo originale ci riferiamo all’attore Elliot Page come a Ellen Page, in quanto all’epoca in cui l’articolo è uscito Page non aveva ancora iniziato il proprio percorso di transizione.

*** Aggiornamento del 14 maggio 2021 ***

È stato un coming out complicato, che lo ha persino portato a pensare al suicidio, ma dopo anni difficili l’attore Wentworth Miller, star di Prison Break, ha motivato sui social la ragione per cui non interpreterà più il personaggio che lo ha reso celebre, Michael Scofield, escludendo così la possibilità di vedere una sesta stagione dello show.

‘Questo è il mio account IG preferito’, ha scritto qualcuno in risposta a un recente post. Grazie – scriveva in un post l’attore nel novembre del 2020 – Voglio che tu sappia che l’ho letto. Leggo i commenti positivi e i messaggi diretti (molti comunque). Affetto. Supporto. Apprezzato (da me). Ovviamente ci sono commenti e DM che apprezzo meno. Chi è questa gente sulla mia pagina? Da quale paese dei valori al contrario e dell’età della pietra sono usciti? Gli Stati Uniti? Non scomparirò (ho troppe cose interessanti da ripubblicare). La capacità di commentare probabilmente lo farà. Non sono preoccupato per me stesso. Non posso essere ‘vittima di bullismo’ in questo spazio. Ho troppo potere. ‘Elimina. Blocca. Disattiva’, eccetera. Ma penso alla possibilità che i ragazzi queer vengono su questo profilo dopo il loro coming out e non voglio che vengano esposti a cavolate. In una nota correlata… Sono fuori. Da PB. Ufficialmente. Non per l’ingerenza dei social media (anche se questo è il problema). Semplicemente non voglio interpretare personaggi etero. Le loro storie sono state raccontate (e raccontate). Così, non ci sarà più Michael. Se siete fan dello show, e speravate in altre stagioni, capisco che questa sia una delusione. Mi dispiace. Se sei infastiditi perché vi siete innamorato di un uomo etero immaginario interpretato da un vero gay… Questo è un problema vostro.

Miller, dunque, non vuole andare avanti a rappresentare una parte, quella degli uomini bianchi ed etero, già sufficientemente rappresentata dai media, preferendo invece dedicarsi all’interpretazione di personaggi gay. Come detto, il percorso di accettazione di Wentworth, che non ha mai nascosto di aver sofferto di depressione, è stato lungo e complesso, fatto di molti momenti bui, di cui abbiamo dato conto nell’articolo che segue, in cui, peraltro, ci siamo riferit* all’attore Elliot Page come a Ellen Page, dato che all’epoca non aveva ancora fatto il suo coming out come uomo transgender.

*** Articolo originale del 31 maggio 2017 ***

La battaglia di Wentworth Miller: “Quando ho tentato il suicidio”

Le invidiamo, le ammiriamo, vorremmo vivere come loro, ma la vita delle star è davvero tutta rose e fiori? Assolutamente no! Le celebrità – attori, cantanti, artisti dello spettacolo – vivono dei drammi profondi esattamente come le persone comuni. A volte anche peggio. Perché le star sono più esposte. Esposte ai paparazzi, alle riviste di gossip e alla costante opinione pubblica.

Come noi non siamo bendisposte tutto il giorno tutti i giorni, neppure i vip lo sono. Però a volte ce lo dimentichiamo. Ricordarlo è importante e una storia che ha a che vedere con l’attore Wentworth Miller ci aiuterà.

Wentworth Miller ritorna a “Prison Break”

Innanzitutto ricordiamo che Miller è il protagonista del telefilm Prison Break. La serie, inizialmente terminata nel 2009, dopo le prime quattro stagioni è tornata nel 2017 con 9 episodi – una vera e propria quinta stagione – e si parla addirittura di una sesta. All’epoca del grande successo di Prison Break l’attore ha vissuto un momento di grande notorietà, ma poi c’è stata una pausa.

Quello che al momento il pubblico non sapeva è che l’artista stava affrontando un brutto periodo di depressione e che aveva anche tentato il suicidio, fortunatamente senza riuscirci. In quel periodo Wentworth Miller era molto combattuto, perché avrebbe voluto fare coming out, avrebbe voluto dire a tutti che era omosessuale. Però aveva paura, temeva che la sua carriera avrebbe subito un blocco. Si tratta di timori comprensibili: basti pensare che anche l’attrice Ellen Page ha lamentato più volte, dopo il proprio coming out, di non venir chiamata a fare film come un tempo.

Le difficoltà prima del coming out

Sembra assurdo pensare che la scelta di un attore possa passare per la sua sessualità, che il suo apprezzamento possa dipendere dalla vita sua vita sessuale e sentimentale ma sembra essere così, almeno in parte, o quantomeno lo è per alcuni produttori e registi che tendono a escludere attori omosessuali. Wentworth Miller si è ritrovato quindi davanti a un bivio non da poco.

Oggi ne è uscito, ma il periodo precedente al coming out non è passato inosservato alla stampa scandalistica. Sulla pagina di The Lad Bible è anche comparso un meme nel quale si accostavano due immagini di Miller, una da una scena di Prison Break, in cui l’attore appariva affascinante, tatuato e ricoperto di olio su tutti i muscoli, e un’altra in cui Miller era invece ingrassato e senza abbronzatura.

Quello che non si sa dell’altra foto è che in quel periodo Wentworth Miller stava attraversando la crisi cui accennavamo prima. Non lo sapeva nessuno e i commenti sono stati impietosi. Un esempio da manuale di body shaming. «Quando esci di prigione e scopri McDonald’s» hanno scritto ad esempio su Facebook a commento delle due foto accostate. L’attore ha atteso che la tempesta passasse e poi ne ha parlato, affinché quello che è accaduto a lui non capiti ad altri…

Il post di Wentworth Miller

Con un lungo post su Facebook, oggi rimosso, l’attore ha spiegato quello che ha vissuto in quel periodo, e noi vi vogliamo riportare il contenuto di questo post

“Oggi mi sono ritrovato a essere il soggetto di un meme di Internet. Non è la prima volta. Questo comunque differisce dalle altre.
Nel 2010, mi ero per metà ritirato dalle scene, stavo tenendo un profilo basso per una serie di ragioni. La prima e più importante è che avevo tentato il suicidio. È qualcosa di cui ho scritto, di cui ho parlato, che ho condiviso.

Ma a quel tempo ho sofferto in silenzio. Come fanno tanti. In pochi conoscevano l’entità della mia battaglia. Coperto di vergogna e addolorato, mi sentivo merce danneggiata. E le voci nella mia testa mi spingevano verso l’autodistruzione. Non era la prima volta. Ho combattuto con la depressione fin dall’infanzia. È una battaglia che mi è costata tempo, opportunità, relazioni e migliaia di notti insonni.

Nel 2010, al più basso punto della mia vita di adulto, cercavo ovunque sollievo/conforto/distrazione. E mi sono buttato sul cibo. Avrei potuto avere tutto. Droghe. Alcol. Sesso. Ma mangiare divenne la sola cosa con cui guardare avanti. Su cui contare. C’erano periodi in cui il meglio della mia settimana erano il mio pasto preferito e un nuovo episodio di Top Chef. Qualche volta era abbastanza. Doveva esserlo. E ho messo su peso. Bel piano!

Un giorno, mentre ero fuori per una passeggiata a Los Angeles con un amico, abbiamo incrociato una troupe che filmava un reality show. Non lo sapevo, ma c’erano in giro paparazzi. Mi hanno scattato una foto e le foto sono state pubblicate accostate con altre immagini della mia carriera con giochi di parole che sottolineavano il peso. Mia madre aveva un’amica cui piaceva essere la prima latrice di cattive notizie. Hanno preso uno di questi articoli da un magazine nazional popolare e gliel’hanno inviato. Mi ha chiamato, preoccupata.

Nel 2010, mentre combattevo per la salute mentale, era l’ultima cosa di cui avessi bisogno. Per farla breve sono sopravvissuto. Così come queste immagini. Ne sono felice.

Ora, quando vedo l’immagine di me con la t-shirt rossa, un raro sorriso sul mio volto, mi ricordo della mia battaglia. La mia resistenza e la mia perseveranza alla faccia dei demoni. Qualcosa dentro, qualcosa fuori. Comunque. Ancora qui. Invece.

La prima volta che vidi questo meme spuntare nella newsfeed social, devo ammetterlo, mi ha mozzato il respiro. Ma come tutto nella vita, dovevo dargli un senso. E il senso che gli ho dato è forza. Guarigione. Perdono. Per me stesso e per gli altri. Se tu o qualcun altro che conosci sta combattendo, l’aiuto è disponibile. Cercate. Scrivete un messaggio. Mandate un’e-mail. Prendete il telefono. A qualcuno importa. E sta aspettando di sentirti.”

Davvero un bel messaggio per invitare gli altri a non giudicare mai situazioni che non si conoscono.

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