Le parole di Dolores a Elisa: "La vita è prendersi per mano, non competizione"

Elisa dedica a Dolores O' Riordan, famosa voce dei Cranberries venuta a mancare il 15 gennaio 2018, una lunga lettera pubblicata sulla sua pagina Facebook ufficiale: la musicista irlandese, per la cantante italiana, è stata l'emblema della musica e della femminilità negli anni '90.

Ci sono cantanti che arrivano a toccare nel profondo e smuovere diversi sentimenti contrastanti in noi – gioia, dolore, malinconia, tutte emozioni che scaturiscono dal significato delle parole presenti nei testi cantati oppure dalla melodia particolarmente emozionale per le nostre orecchie. Questo lo sa bene anche Elisa che, nonostante sia lei stessa una celebre artista del mondo musicale, riesce come tutte noi a emozionarsi ascoltando alcuni brani significativi per lei. Un pilastro della musica che non ha mai smesso di amare è stata – e siamo sicure lo sarà tuttora – Dolores O’ Riordan, famosa voce dei Cranberries venuta a mancare il 15 gennaio 2018.

Per celebrare la sua dipartita Elisa ha così voluto ricordare la cantante irlandese attraverso un lungo post pubblicato sulla sua pagina ufficiale.

Cerco di riprendermi dalla tristezza ed è difficile. È difficile trovare le parole.

Comincia così il suo lungo discorso ricordando attraverso le sue parole quella che per lei è stata un emblema da seguire nel mondo della musica; un post che parte da una telefonata avvenuta fra le due – un sogno, per Elisa, divenuto realtà.

Per me quando ci siamo ritrovate a parlare al telefono è stato come un sogno. Era talmente assurdo parlare normalmente al telefono con qualcuno che ti aveva praticamente mostrato una nuova via, un nuovo modo, qualcuno che ti aveva letteralmente illuminata.

Poi ci incontrammo, cantammo insieme, parlammo di figli, di vita, di musica. Mi disse: “…E qui io armonizzo in basso e tu tieni la principale, la so bene perché l’ho armonizzata così già un’altra volta, tanto non importa chi prende la principale. Così viene sicuramente bene! Camminiamo e ci prendiamo per mano, la vita è prendersi per mano, non è una competizione…

Ha continuato a spiegare la cantante Elisa ricordando la collega musicista e la sua capacità di riuscire a mostrare al pubblico una femminilità complessa ed emancipata che in quei lontani anni ’90 faceva quasi paura. L’italiana parla di una telefonata, un incontro e un successivo duetto avvenuto in onore della XXI edizione del Concerto di Natale, nel 2013, all’Auditorium della Conciliazione di Roma. La loro rivisitazione di Silent Night, per chi l’ha ascoltata almeno una volta, è stata un vero e proprio connubio di emozioni.

Attraverso le sue canzoni Dolores era riuscita a dare una voce a tutte le donne di qualsiasi nazionalità o colore:

Lei mi aveva mostrato come tirare fuori anche la femminilità più complessa e che fa più paura. Quella fortissima e fragilissima insieme, allo stesso tempo. […] Dentro a No Need To Argue cantava le parole di un’anima vecchia e saggia che abitava nel cuore di una giovane donna, come mi sentivo io, vecchia e giovane insieme. Come ci sentivamo in tante, tantissime ragazze sparse in tutto il mondo. Dolores aveva dato a tutte noi una voce, una via, un modo.

Non aveva nascosto una femminilità forte, vera, naturale e selvatica, pura. La incarnava e ci dava coraggio. Per essere noi stesse. Noi donne e il nostro dna, il nostro modo di essere così “esposte”, così empatiche da sentire, a volte, tutti i mali del mondo.

Una voce che aveva cantato in Zombie la morte di due ragazzi, Jonathan Ball e Tim Parry, morti nel marzo 1993 a Warrington, in Inghilterra, a seguito di un attentato dell’IRA – l’esercito repubblicano irlandese. Lo spiega anche Elisa definendo quella canzone come la sintesi di un guerra, di tutte le guerre e dell’orrore tragico che portano. Dolores O’ Riordan per Elisa è stata il simbolo dell’epoca, il capo saldo che l’ha iniziata alla cultura musicale e che ha influenzato la musica futura, quella che oggi siamo solite ascoltare.

È stata la prima a farlo. Nessuna aveva portato uno dei colori più belli del canto celtico nella musica moderna in quel modo. Oggi tutto (finalmente e più fluidamente) si fonde. Il canto dalle origini più soul al canto dalle origini più celtiche. Ci sono artisti grandiosi e pezzi grandiosi che lo raccontano benissimo. Da Hozier ad Adele a Beyoncè a Rihanna…

Ma dentro a quest’invenzione per me c’è prima di tutto lei. Che un giorno lo fece e basta. E il giorno prima quella cosa non esisteva ancora.

Ha spiegato ancora citando nomi celebri di oggi. Insomma, per la cantante italiana Dolores rimarrà per sempre un mito da custodire con cura nel proprio cuore, una sorta di modello d’aspirazione da ringraziare per tutte le innovazioni portate – per quel canto fluido che non ha un genere – ma non solo nel mondo musicale. Già, il “grazie” di Elisa è il ringraziamento di tutte noi donne per aver mostrato al mondo la potenza della femminilità.

Quindi grazie ancora una volta e per sempre a te, Dolores, per aver camminato per quella tua strada.
Sei e rimarrai un angelo del nostro tempo.

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