Maestra sostituisce "Gesù" con "Perù" in una canzone di Natale per rispettare gli stranieri

A deciderlo è stata una maestra che ha insegnato ai suoi alunni, tutti di terza elementare, una canzone di Natale in cui è stato modificato il testo per non urtare la sensibilità dei bimbi stranieri, di fede islamica.

Sta facendo discutere la notizia riportata dal Messaggero Veneto secondo cui, in una scuola di Pordenone, il “Bambin Gesù” è stato sostituito con il “Bambino del Perù” per rispettare gli altri bimbi di fede islamica. A deciderlo è stata una maestra che ha insegnato ai suoi alunni, tutti di terza elementare, una canzone di Natale in cui ha modificato il testo per non urtare la sensibilità dei bimbi stranieri. “Non ero a conoscenza del fatto, non sono d’accordo con simili scelte. Se una canzone contiene il termine Gesù, non la si può modificare”, si è difesa così Armida Muz, preside dell’istituto.

A sollevare il polverone sono stati i genitori di due fratellini che frequentano la classe in questione: durante il pranzo del 25 dicembre, infatti, sentendo cantare i loro figli, si sono accorti che qualcosa non andava. Che la parola “Perù” aveva preso il posto di “Gesù”. Quando i piccoli hanno spiegato loro il perché di questa modifica, i genitori hanno diffuso la notizia e preteso spiegazioni dai vertici della scuola che, però, a quanto pare, non ne sapevano nulla.È una maestra valida e preparata con ruoli importanti all’interno dell’istituto. Ha ammesso di aver sbagliato, è dispiaciuta e mi ha assicurato che una cosa simile non si ripeterà. Dal canto mio, l’ho richiamata verbalmente visto che le sanzioni previste dall’ordinamento didattico, a mio parere, devono essere applicata per situazioni più gravi” ha spiegato la preside.

Una notizia che è arrivata anche sulla bocca dei politici italiani. Il primo commento è di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, che su Facebook scrive: “Roba da matti, ormai il politicamente corretto ha superato ogni limite di decenza ed è diventato grottesco e ridicolo“. 

Infine, per la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, “va posta molta attenzione su tutti gli atti che potrebbero apparire come una censura delle tradizioni cristiane alle quali, in vario modo, fa riferimento un grande patrimonio di valori che si è largamente trasfuso nel sentire collettivo e nelle istituzioni”. 

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