Colpo di scena nel processo a carico di Fabrizio Corona. Il procuratore aggiunto di Milano, Alessandra Dolci, ha chiesto ai giudici delle Misure di prevenzione di confiscare la casa, già sequestrata a novembre 2016, dell’ex re dei paparazzi poiché per l’immobile ci sarebbe stata un’intestazione fittizia. Si tratta, nello specifico, di un appartamento vicino a corso Como, a Milano, dal valore di 2,5 milioni di euro, dove Corona abitava prima di essere arrestato nell’ottobre 2015. Il pm, poi, a sorpresa ha chiesto la revoca del sequestro dei circa 1,8 milioni di euro, su un totale di circa 2,6 milioni sequestrati dagli inquirenti, poiché Corona avrebbe già pagato in parte le tasse su quei guadagni, come riportato dall’agenzia di stampa Ansa.it.

I riflettori, dunque, sono tutti puntati su quell’appartamento che, secondo il pm, fu intestato fittiziamente ad un ex collaboratore ed amico di Fabrizio Corona il quale, a sua volta, “riteneva opportuno intestare ad altri l’immobile poiché aveva un’esposizione verso il Fisco considerevole e non poteva intestarlo nemmeno alla sua società Fenice Srl che non versava le imposte”. Un bene, dunque, che “sarebbe stato facilmente aggredibile dall’Agenzia delle Entrate” se solo fosse stato intestato a Fabrizio Corona. L’ex re dei paparazzi, tra l’altro, avrebbe usato la cassa della Fenice Srl per le sue spese personali e “la provvista con cui comprò quell’immobile veniva dalla bancarotta della società”.

A stupire, infine, è la richiesta di restituire parte di quei 2,6 milioni di euro sequestrati a Corona di cui oltre 1,7 milioni trovati nel controsoffitto della casa della collaboratrice Francesca Persi e 800mila euro in cassette di sicurezza in Svizzera. Il pm ha chiesto il dissequestro di 1,8 milioni poiché l’ex re dei paparazzi avrebbe già pagato le imposte su quei guadagni. In merito ai soldi trovati nel controsoffitto della sua collaboratrice, il pm ha chiesto la confisca solo di 758mila euro.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!