Succede all’Eurospin di Susa, in provincia di Torino, dove una donna di 40 anni, con due figli piccoli a carico visto che il marito è disoccupato, è stata trasferita per una settimana a 100 chilometri di distanza. La sua “colpa”? Essersi rifiutata di lavorare la domenica di San Silvestro. Lei, dipendente del reparto ortofrutta da circa 12 anni, ha ancora il vecchio contratto, quello che prevede il riposo domenicale e un orario lavorativo che va dal lunedì al sabato. Dunque non è tenuta a prestare servizio nei giorni festivi a meno che non lo dichiari espressamente, dunque solo su scelta volontaria. Nessuno può obbligarla e tanto meno sanzionarla. A raccontare questa vicenda è il quotidiano la Repubblica.

Tutto è cominciato quando dieci giorni prima del Natale, la responsabile del punto vendita avrebbe chiesto alla donna di lavorare anche domenica 31 dicembre visto che c’era necessità di fare l’inventario. Lei, però, ha risposto di no. Il giorno dopo l’Eurospin avrebbe comunicato alla sua dipendente che da lunedì 18 sarebbe dovuta andare a lavorare in un altro punto vendita, a Cuorgnè, per una settimana a 98 chilometri di distanza da Susa. “L’ispettore ha detto che c’era improvvisamente bisogno di un altro lavoratore a Cuorgnè. È strano che fra tutti abbiano scelto proprio me, così all’improvviso, dopo che ho rifiutato di lavorare di domenica. Ho subito risposto che non avrei accettato un simile provvedimento. Mi hanno anche mandato la comunicazione scritta. Gli orari che dovevo svolgere erano strani, ad esempio sarei dovuta andare dalle 16.30 alle 20.30 così da tornare a casa più tardi ancora” ha spiegato la donna.

La dipendente, però, lunedì 18 si è recata regolarmente al punto vendita in cui ha sempre lavorato e, quando l’ispettore le ha ricordato che avrebbe dovuto recarsi a Cuorgnè, ha avuto una crisi d’ansia. Si è sentita male ed è stata ricoverata al pronto soccorso dell’Ospedale di Susa: lì il medico le ha prescritto il riposo assoluto per una settimana. “C’è stato un accanimento contro di me. Amo questo lavoro e dò l’anima per il supermercato. Sembra, però, che ci sia stata proprio una ritorsione. Già l’anno scorso era successo perché mi ero rifiutata di andare a fare un corso a Verona e subito dopo mi avevano trasferito per due giorni a Orbassano. In quel caso avevo accettato perché era vicino. Adesso è troppo e non ce la faccio più” ha spiegato.

Per Sabatino Basile, responsable di Fisascat Cisl di Torino, l’Eurospin “ha compiuto un atto scorretto e di prepotenza contro una donna”. L’assessora regionale alle Pari opportunità Monica Cerutti avrebbe “promesso di intervenire”, fa sapere la Cisl. I lavoratori, infine, hanno organizzato un presidio davanti al supermercato di Susa per esprimere solidarietà alla donna che, intanto, è già tornata a lavoro. A Susa, come sempre.

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