Circa un anno fa un talebano tentò di uccidere  Malala Yousafzai, una ragazzina di soli 16 anni, che si batte per la lotta per i diritti civili delle donne nella valle  dello Swat, una zona del Pakistan soffocata dal controllo degli  estremisti islamici. Le hanno sparato sul pullman mentre tornava a casa perchè aveva contestato le leggi di sottomissione dei talebani.

Ora ha vinto il Premio Sakharov, un riconoscimento attribuito dal Parlamento Europeo a chi si impegna per i diritti umani e la libertà di espressione. Martin Schultz, presidente del Parlamento europeo ha dichiarato: “È una giovane donna che ha avuto il coraggio di opporsi in un ambiente ostile, violento e dominato dagli uomini come è la valle dello Swat in Pakistan. Voglio andare a scuola voglio godere del mio diritto allo studio, sono una ragazza con pari diritti in questa società”.

Lo scorso 12 luglio ha partecipato all’Assemblea dei Giovani all’Onu chiedendo ai leader mondiali il diritto all’istruzione per tutti i bambini del mondo. “Quando mi hanno sparato la paura è morta”- ha raccontato-“dallo sparo sono “nati forza e coraggio. Il loro proiettile non mi ridurrà al silenzio. I terroristi abusano del nome dell’Islam a loro beneficio. L’Islam è una religione di pace e la pace è necessaria per l’istruzione. Sono qui per parlare del diritto all’educazione per ogni bambino – ha detto ancora – voglio l’istruzione anche per i figli dei terroristi, degli estremisti e dei talebani. Se ci fosse un’arma nelle mie mani e un talebano davanti a me non gli sparerei. È la pietà che ho imparato da Maometto, Gesù Cristo, Buddha. Da Martin Luther King, Nelson Mandela, Gandhi e Madre Teresa. È la pietà che ho imparato da mia madre e mio padre”.

Le sue parole sono state accolte da un’ovazione ed ora è una delle favorite per il premio Nobel della pace.

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