È finito nel centro della polemica una manifesto affisso in uno studio medico di Savona  che proponeva una “cura” per l’omosessualità.

Luca era gay ma un giorno accade qualcosa, rientra in se stesso e decide di intraprendere un percorso di conversione, su base psicologica e religiosa, che lo porta a riappropriarsi della sua mascolinità ed eterosessualità.

Queste le parole della locandina, dalle dimensioni tra l’altro molto generose (circa 1m x 2m) che è finita sotto la lente d’ingrandimento dell’associazione Arcigay Savona.

Il medico in questione è Fabio Vaccaro, 64 anni, e quello che compare nel manifesto sessista è praticamente una gigantografia della retro copertina del libro di Luca Di Tolve “Ero gay”. In fondo al manifesto è stata attaccata una striscia gialla con indicata la comunità terapeutica di Brescia “Lot”, dove la persona omosessuale dovrebbe rivolgersi per “guarire”.

L’associazione Arcigay di Savona ha immediatamente segnalato il fatto all’Ordine dei medici della città chiedendo, oltre alla rimozione del manifesto, anche un provvedimento nei confronti del dottore.

Su segnalazione di una cittadina che si riteneva offesa dal manifesto – spiega ad Adnkronos il presidente dell’Arcigay Savona Mirko Principato -. mi sono recato nello studio medico per fare una verifica e ho trovato affisso alla parete il testo abominevole che promuove la guarigione tramite terapie che avvengono nel bresciano”.

Tuttavia, dopo la segnalazione – avvenuta il 20 dicembre – l’associazione afferma di non aver ricevuto ancora nessun riscontro “per questo abbiamo deciso di denunciare la vicenda pubblicamente – continua Principato – ci auguriamo che l’Ordine intervenga con delle sanzioni contro il medico e ribadisca che l’omosessualità non è una malattia prendendo provvedimenti disciplinari contro chi avalla la teoria della guarigione”.

Questa la replica dell’Ordine dei medici di Savona

 L’Ordine non fa alcuna discriminazione tra i pazienti, spiega sempre ad Adnkronos il Presidente dell’Ordine dei Medici di Savona Luca Torti – verrà esaminato a breve dal Consiglio che deciderà se aprire o meno un procedimento disciplinare nei confronti del collega.

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