Segregata e violentata davanti ai figli nati dagli stupri per 10 anni

Una triste notizia arriva direttamente dalla provincia di Catanzaro: un uomo di 52 anni ha tenuto prigioniera per oltre 10 anni una donna rumena di 29 anni insieme ai due figli (nati dalle molestie).

Una vicenda spaventosa, riportata da alcune testate italiane fra le quali il Corriere della Sera, ha portato alla luce una crudele realtà ben più temibile di qualsiasi fantasia horror. Un uomo di 52 anni di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, ha segregato per 10 anni (prima in diversi appartamenti e successivamente in una baracca fatta di lamiere e materiali di scarto) una donna rumena di 29 anni, sottoponendola a diverse violenze fisiche e sessuali. Da tali abusi sono nati anche due bambini: un primogenito di 9 anni e una di 3 anni. Aloisio Francesco Rosario Giordano, questo il nome dell’aguzzino, il 22 novembre 2017 è stato fermato dai carabinieri di Gezzeria mentre era a bordo della sua MotoApe insieme al figlio più grande, sporco e denutrito. Le condizioni del bambino hanno allarmato la pattuglia che ha prontamente voluto far luce sulla vicenda e sulla vita familiare dell’uomo, questo già precedentemente indagato per violenze sessuali e maltrattamenti domestici. I carabinieri si sono così fatti accompagnare all’abitazione di Aloisio Giordano – spinti inoltre dall’atteggiamento ostile dell’uomo nel voler riferire il suo indirizzo preciso – ma ciò che si è presentato davanti ai loro occhi è stata una scena scabrosa degna da un vero e proprio film dell’orrore.

Una volta entrati nella dimora, i carabinieri hanno trovato la donna rumena di 29 anni insieme alla piccola bambina in condizioni di estrema denutrizione e degrado. La giovane vittima, badante della moglie ormai deceduta dall’uomo, è stata tenuta prigioniera dall’uomo da oltre 10 anni insieme ai due infanti. Le forze dell’ordine hanno inoltre scoperto che le violenze subite sulla donna sono state spesso inflitte mentre si trovava immobilizzata al letto e in presenza dei bambini. Brutalità inaudite che consistevano in percosse fisiche e sessuali, mai placate neppure durante il periodo di gravidanza. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Aloisio Giordano obbligava inoltre la povera vittima a consumare i suoi stessi escrementi e dei cibi andati a male.

Fonte: fotografia dell’abitazione resa nota dai Carabinieri di Catanzaro

Da alcune gravi cicatrici e lesioni sul corpo della vittima – molte delle quali anche nelle parti intime – è emerso che sono state suturate direttamente dall’uomo tramite l’utilizzo di un ago da pesca. Secondo quanto scoperto dai carabinieri, alla donna non era infatti permesso uscire, avere dei rapporti sociali o assistenza medica (neppure durante la gravidanza) e non era stata autorizzata dall’uomo a lavarsi da quasi un anno. Condizioni igieniche all’estremo della decenza, come mostrano le immagini rese note dai Carabinieri di Catanzaro: la baracca era infatti priva di luce elettrica e servizi igienici. La donna e i suoi due figli sono stati obbligati per anni a convivere insieme a secchi d’acqua putrida, contenitori di escrementi e un letto di cartone appena abbozzato con una stazza in ferro fissata nel terreno, luogo dove la donna veniva ripetutamente incatenata e violentata.

Fonte: fotografia dell’abitazione resa nota dai Carabinieri di Catanzaro

Dato le condizioni di degrado, la vittima e i figli sono stati prontamente trasferiti e affidati ai servizi sociali. Per quanto riguarda il temibile aguzzino, invece, è stato fermato dalla Procura di Lamezia Terme con due diverse accuse di violenza sessuale pluriaggravata e maltrattamenti. A commentare la vicenda è stato anche Salvatore Curcio, procuratore capo di Lamezia.

In trent’anni di attività professionale non ho mai visto una cosa del genere.

Ha dichiarato l’uomo come riportato sempre dal Corriere. Una situazione disastrosa che a tratti ricorda il film Room del regista irlandese Lenny Abrahamson, con il quale Brie Larson si è aggiudicata l’Oscar come Miglior attrice protagonista. Una storia che ci fa riflettere ancora una volta su alcune tristi vicende che hanno visto protagoniste delle giovani donne a cui sono stati negati i principali diritti da persone vicine alla loro sfera familiare: solo nel settembre 2017 avevamo infatti discusso del particolare caso di un padre di 49 anni di origine slava, il quale per 4 anni aveva segregato la figlia di 17 anni per poterla dare in sposa a un uomo più grande per 15 mila euro.

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