Separata, con due figli, uno disabile: Ikea la licenzia dopo 17 anni

Le ordinano di lavorare a cominciare dalle 7 del mattino ma lei, una dipendente Ikea, chiede maggiore flessibilità sugli orari avendo un figlio disabile: la risposta è stata la lettera di licenziamento in tronco.

Marica Ricutti, madre separata con due figli di cui uno disabile, è stata licenziata dall’Ikea di Corsico: non rispettava i turni, non potendo andare a lavoro alle 7 del mattino. Laureata in Scienze Alimentari, lavorava al colosso svedese dell’arredamento da ben 17 anni: prima al bistrot al piano terra, poi al ristorante del primo piano. Non si è mai sottratta alle sue responsabilità, accettando ogni incarico, venendo incontro ad ogni esigenza dell’azienda. Recentemente, però, aveva chiesto maggiore flessibilità sugli orari, e per questo sono cominciati i primi problemi. “Mai mi sarei aspettata un trattamento del genere. Ritengo che, dopo tanti anni di servizio senza aver mai ricevuto un richiamo, una contestazione, un appunto che sia uno, loro avevano tanti altri modi di far valere le motivazioni dell’azienda” ha spiegato all’HuffPost.

Quando lavorava al bistrot, Marica cominciava il turno alle nove del mattino mentre, adesso, con il cambio di reparto le era stato chiesto di prendere servizio alle 7. Per lei, però, era impossibile avendo due figli di cui uno disabile. Lei lo fa presente e loro la rassicurano: “Ricevetti molte rassicurazioni, mi fu detto di non preoccuparmi, che non mi avrebbero fatto lavorare in quel turno, se non di sabato o di domenica, quando comunque i miei bambini sono col padre e quindi io avrei potuto lavorare” ha spiegato. E, invece, così non è stato. In accordo con i sindacati e rassicurata a parole, Marica continua a rispettare l’orario di prima. Ma succede l’impensabile.

Licenziamento in tronco visto che, come sottolinea Ikea nella lettera spedita a Marica il 21 novembre, sarebbe venuto meno il rapporto fiduciario tra l’azienda e il dipendente: non si è presentata al lavoro negli orari previsti.

Nel frattempo i social sono insorti e stanno ricoprendo di insulti e di richieste di riassumere la donna i canali di comunicazione Ikea e gli stessi colleghi della donna sono in protesta e hanno annunciato un presidio davanti allo stabilimento Ikea di Corsico (Milano) per il prossimo 5 dicembre.

Intanto il colosso svedese ha fatto sapere, in una nota, che “sta svolgendo tutti gli approfondimenti utili a chiarire compiutamente gli sviluppi della vicenda”: “L’azienda vuole valutare al meglio tutti i particolari e le dinamiche relative alla lavoratrice”.

Marica non ci sta e fa sua questa battaglia, come dichiarato all’Huffpost:

“Forse sta venendo meno il valore della dignità umana. Io e tutti i lavoratori non siamo numeri, siamo persone, con una dignità che dovrebbe essere rispettata”.

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