Trovato morto, in cella, uno degli stupratori della ragazza di Nuova Delhi: omicidio o suicidio?

La ragazza fu violentata su un pullman da sei uomini, lo scorso dicembre. Fu poi gettata via mentre il bus procedeva la sua corsa. Il conducente, condannato per il delitto, è stato trovato morto in cella: omicidio o suicidio?

La vicenda della studentessa morta a Nuova Delhi, in India, dopo essere stata violentata su un pullman da sei uomini e buttata via dal bus mentre era ancora in corsa, continua a riempire le pagine dei giornali internazionali. Questa volta la notizia che fa il giro del mondo, riguarda la morte del principale accusato dell’ignobile delitto – Ram Singh, il conducente del bus –  ritrovato impiccato all’alba nella sua cella, nel carcere di Tihar alla periferia di Delhi. Secondo i genitori e gli avvocati, si tratterebbe però di omicidio. Secondo quanto riporta l’AGI, il padre – Mange Lal Singhm – ha dichiarato: “L’avevo incontrato nei giorni scorsi in tribunale: mi aveva detto che la sua vita era in pericolo e che era stato anche sodomizzato dai suoi compagni di cella”.

Il cappio, appeso a una griglia del soffitto, è stato fatto con i suoi stessi vestiti ma l’uomo non sarebbe stato in grado di creare il cappio perché non aveva più l’uso di una mano, in seguito a un incidente stradale in cui era rimasto coinvolto alcuni anni fa. Inoltre, il presunto suicida condivideva la cella con altri detenuti e non convince l’ipotesi secondo la quale nessuno si sia reso conto di nulla, compresi i secondini che hanno ritrovato il corpo quando ormai era troppo tardi. I genitori e gli avvocati chiedono l’apertura di un’indagine per accertare le eventuali responsabilità e i possibili assassini.

Ram Singh, confessò subito il delitto ma ritrattò durante il processo: si è pentito dell’ignobile delitto e non sopportava il peso della colpa? Oppure qualcuno ha deciso che la pena che gli era stata assegnata dalla giustizia non era abbastanza? Ma soprattutto, la verità verrà mai a galla?

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