Il prossimo 31 agosto ricorrerà il ventesimo anniversario della scomparsa di Lady Diana Spencer, l’amatissima moglie dell’erede al trono d’Inghilterra Carlo, che nel 1997 trovò la morte nel drammatico incidente d’auto sotto il tunnel del Pont de l’Alma a Parigi, mentre viaggiava insieme al suo nuovo compagno, Dodi al-Fayed, figlio del proprietario dell’impero Harrods.

Vent’anni sono già passati dalla sua morte, eppure il popolo inglese non sembra aver mai dimenticato la “principessa triste”, insofferente alle regole di Corte, tradita ripetutamente e sotto la luce del sole dal marito, alla ricerca disperata di un amore che non trovava fra le mura domestiche e andava perciò cercando fra le braccia di altri uomini. Mai troppo affezionati a Camilla, che pure di Diana ha dato un ritratto del tutto diverso da quello pubblico nella sua recente biografia, gli inglesi continuano ad amare la Principessa di Galles, che nella sua vita si è occupata moltissimo di battaglie sociali, di campagne umanitarie, ma soprattutto è stata una madre devota e amorevole verso i suoi due figli, William e Harry.

Proprio loro, che per anni hanno taciuto rispetto alla figura della madre e non hanno mai parlato del loro rapporto, adesso escono allo scoperto, e la ricordano in un documentario, Diana, Our Mother: Her Life and Legacy, che andrà in onda a fine luglio sul canale HBO.

Non hanno fatto passare tutto questo tempo perché a loro non importava nulla di dare la loro versione, o perché il ricordo di Lady D fosse sbiadito nelle loro menti, tutt’altro: piuttosto, hanno cercato, finché hanno potuto, di conservare il più a lungo possibile, gelosamente, la memoria intima e privata del loro amore reciproco, di quel legame così stretto che evidentemente non si è potuto spezzare con la morte di Diana. Non è un caso che William, dopo essere diventato lui stesso genitore, abbia scelto in più di un’occasione di parlare della madre, spendendo sempre parole colme di sentimento nei suoi confronti, e che Harry, smessi i panni del “monellaccio” reale, abbia parlato di lei solo una volta trovata, finalmente,  la sua giusta dimensione e la maturità, che certo non poteva avere quando lei morì, e lui aveva appena tredici anni.

È la prima volta – spiega William nella clip di presentazione del documentario – che noi due parliamo del suo ruolo di madre. Era molto informale e davvero amava molto ridere e divertirsi. Era uno dei genitori più scapestrati, ma sapeva che la vita vera era al di fuori delle mura del Palazzo.

Insomma, anche i suoi figli confermano quella visione di principessa insofferente alle ferree regole dell’etichetta, desiderosa solo di poter vivere una vita normale, comune, fuori da imposizioni e principi legati al suo ruolo regale.

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Dalle passeggiate a cavallo alle lezioni di piano, Harry e William ricordano Diana come una madre capace di “soffocare”, positivamente, con il suo amore, di riempirli di premure e attenzioni, di essere sempre presente nelle loro vite, anche nei momenti più semplici, come appunto durante un gioco, o una gita.

Fonte: web

Era la nostra mamma, è ancora la nostra mamma – dice Harry – E come ogni figlio non posso non dire che fosse la mamma migliore del mondo.

Il destino, però, si è accanito contro i due fratelli di casa Windsor, rendendoli orfani prematuramente; appena adolescenti, elaborare il dolore e accettare la perdita della madre non si è rivelato facile, tanto che nessuno dei due si vergogna nel confessare di aver provato a seppellire ogni emozione, come nel caso del secondogenito, o di non essere in grado di parlare apertamente di lei, come ha ammesso William, che dice: “Mi ci sono voluti vent’anni per parlarne“.

Insomma, principi o no, futuri re d’Inghilterra o meno, William e Harry sono soprattutto due ragazzi che hanno dovuto imparare a crescere, e a vivere, senza una figura guida, senza la donna più importante nelle loro vite. E, se il popolo non potrà mai dimenticare Lady D, per i suoi figli il suo ricordo rimarrà impresso per sempre nel posto più importante: il loro cuore. Perché per loro lei era la mamma, quella che giocava e scherzava e li cresceva sereni, non la principessa triste.

 

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