Il regista Woody Allen si è difeso dalle accuse della figlia adottiva Dylan Farrow che, parlando al canale televisivo americano Cbs nella prima intervista televisiva della sua vita, ha raccontato i presunti abusi avvenuti nella casa della madre in Connecticut.

Non è la prima volta che Dylan Farrow accusava Woody Allen di molestie sessuali: già nel 1992,infatti, ad appena sette anni, la figlia adottata da Mia Farrow nell’85 e poi, nel ’91, anche dal regista, ha dichiarato di aver subito molestie.  La versione del presunto abuso di Allen raccontato dalla figlia adottiva non è mai cambiato nel tempo, e anche nella sua intervista televisiva Dylan ha ribadito: “Mi ha molestato stando seduto dietro di me, mentre giocavo con un treno giocattolo. Una bambina di sette anni, come ero allora, avrebbe detto che ‘ha toccato le mie parti private’. Ma oggi ho 32 anni e posso dire che ha toccato le mie labbra e la mia vulva col suo dito”.

Woody Allen si è trovato, a distanza di anni, a rispondere alle accuse, e lo ha fatto attraverso una dichiarazione televisiva che poi è stata postata anche sui social del regista.

 Quando questa accusa venne fatta per la prima volta più di 25 anni fa, fu investigata a fondo sia dalla Clinica per gli abusi sessuali sui minori dell’Ospedale di Yale-New Have, che dall’Assistenza all’infanzia dello Stato di New York. Entrambi indagarono per mesi e conclusero in modo indipendente che non c’era stata nessuna forma di abuso. Invece ritennero plausibile che una bambina vulnerabile fosse stata istruita da sua madre (l’attrice Mia Farrow, ndr), arrabbiata per una separazione difficile, perché raccontasse quella storia.

Il regista ha quindi accusato la madre di Dylan, Mia Farrow, che ritiene colpevole dei convincimenti della figlia: “Il fratello maggiore di Dylan, Moses, ha detto che in quei mesi vide la loro madre fare esattamente quello: istruire Dylan accanitamente, cercando di inculcare in lei il pensiero che suo padre fosse un pericoloso predatore sessuale. Sembra che abbia funzionato e oggi, con tristezza, sono sicuro che Dylan creda davvero in ciò che dice.”

Sul finire della sua lettera di risposta Woody Allen ha sostenuto che la figlia abbia “cavalcato l’onda di Time’s Up”, il movimento nato dopo lo scoop del New Yorker sulle molestie sessuali di Harvey Weinstein, firmato peraltro dal figlio biologico della coppia, Ronan Farrow.

Nel settembre del 2018 anche la moglie del regista newyorchese, Soon Yi Previn, è intervenuta per la prima volta in difesa del marito, accusando la madre adottiva Mia Farrow di essere stata un pessimo genitore, e di averla trattata malissimo.

Per Woody Allen la vicenda si è conclusa già tempo fa, “anche se la famiglia Farrow sta usando cinicamente l’opportunità offerta dal movimento Time’s Up per continuare con queste accuse denigratorie, questo non rende quelle accuse meno false che in passato. Io non ho mai molestato mia figlia, come tutte le indagini hanno concluso un quarto di secolo fa.”

Non possiamo sapere chi ha ragione e chi no, la verità dei fatti la conoscono solo i protagonisti di questa vicenda,  o le persone della famiglia che, però, sembrano non volerne parlare, dato che né Mia, né Ronan Farrow si sono pronunciati, almeno fino a questo momento, su questa storia che va avanti da 25 anni.

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