Su Sky Uno si stanno già scaldando i motori per il prossimo 14 settembre, giorno in cui partirà ufficialmente l’undicesima edizione di X-Factor; così, mentre fervono gli ultimi preparativi per la prima diretta, alle 21:15, fra promo, spot e anticipazioni il pubblico cerca di capire cosa aspettarsi da questa nuova edizione del talent musicale finito su Sky dal 2011, dopo le quattro edizioni trasmesse inizialmente da Rai Due.

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I giudici, innanzitutto: fra conferme, ritorni graditissimi e novità molto attese, il quartetto dei coach che valuteranno i vari concorrenti sarà formato da Mara Maionchi, che torna dopo essere stata grande protagonista nelle prime quattro edizioni dello show, Manuel Agnelli, confermato dopo l’esperienza dello scorso anno, Levante, la vera grande sorpresa che tutti sono curiosi di vedere all’opera, e dal veterano Fedez, ormai giunto al quarto anno consecutivo nelle vesti di giudice.

E proprio il rapper promesso sposo di Chiara Ferragni, con cui divide la vita fra l’Italia e gli Stati Uniti, dove lei ha la sua base lavorativa, ha regalato il primo colpo di scena ai fans del talent: nel promo della trasmissione, infatti, si è fatto “sostituire” dall’amico, nonché cantante della sua “scuderia”, la Newtopia Label, Fabio Rovazzi.

Niente paura, però: quella dell’autore del tormentone Andiamo a comandare è stata solo una “comparsata”, o meglio un’investitura ad interim, dato che Fedez non era riuscito a tornare in tempo per la registrazione della promozione proprio da uno dei suoi viaggi americani, e ha perciò chiesto a Fabio di farne le veci.

Ma come abbiamo detto il pubblico di appassionati che da anni segue la trasmissione freme per sapere se, oltre al volto nuovo di Levante, ci sono altre novità all’orizzonte, magari nella formula del talent, o nella modalità delle esibizioni.

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Di certo si sa che le categorie resteranno le classiche quattro, e la divisione, che è già stata fatta: la Maionchi sarà alle prese con gli over 25, Levante e Fedez rispettivamente con under donne e uomini, e Manuel Agnelli con i gruppi, proprio lui che è il leader di una delle band alternative rock più famose d’Italia, gli Aftehours.

Emerso nella passata edizione come il giudice “cattivo”, quello, per intenderci, talmente onesto e schietto nei giudizi da sembrare talvolta brutale, Manuel sembra in compenso aver migliorato il proprio rapporto con il mezzo televisivo, che l’anno scorso invece quasi lo intimoriva.

 Mi sono tranquillizzato molto rispetto al mezzo televisivo che faceva così paura alla mia generazione – racconta a Repubblica quando gli viene chiesto perché ha accettato di ripetere l’esperienza di X-Factor – Quello che ho scoperto è che non è tanto pericoloso il mezzo in sé, ma il sistema di comunicazione che gli sta intorno: un non- giornalismo che metodicamente e scientemente stravolge qualsiasi evento o dichiarazione nel tentativo di creare il cosiddetto ‘scoop’, che poi genera l’inevitabile polemica. Mai come oggi, con l’avvento di Internet e in particolare dei social network, questo aspetto è diffuso.

Ce l’ha con le cosiddette fake-news, che lui però, molto apertamente e senza filtri – com’è nel suo stile – preferisce chiamare in un altro modo:

Le balle. Che rendono davvero difficile comunicare qualsiasi cosa. Io a X Factor ho la massima libertà ma il metodico stravolgimento di ciò che dico rende praticamente impossibile far passare un discorso sensato. Quando ci sono i ‘live’ tutto sommato va meglio, perché almeno sussistono le immagini a fare testo, ma il processo di comunicazione prima e dopo, su cui io speravo di lavorare per portare avanti dei temi a cui tengo come gli spazi per la musica, le leggi per la tutela degli artisti e così via, vengono svuotati di ogni significato. Tanto che ho dovuto cambiare modalità di approccio: devo pensare in anticipo a come un concetto che esporrò potrà venire stravolto e quindi usare un approccio più ‘strategico’ e meno sincero, che è pericolosissimo e che non vorrei adottare. Adesso non basta dire ciò che pensi: devi capire come potrebbero manipolarlo, così finisci per non dire più niente.

Il dover necessariamente ripensare alla propria modalità di comunicazione, alla luce delle possibili “filtrazioni” errate del messaggio in cui potrebbe incorrere, non intaccano comunque nulla del personaggio di Manuel, e soprattutto del suo pensiero principale, che resta la musica. L’anno scorso a trionfare fu Alvaro Solver con i Soul System, ma Agnelli è riuscito comunque a lanciare Eva Pevarello, che non solo sta lavorando attivamente con lui, ma ha aperto tutto il tour di Carmen Consoli, e ha suonato per Battiato, per Eddie Vedder, e per gli stessi Afterhours in un paio di occasioni. Il pensiero di Manuel rispetto alla vittoria in sé del talent è, infatti, molto chiaro, e riflette pienamente anche lo spirito da rocker poco commerciale.

Per me non è importante tanto vincere quanto continuare a portare avanti un discorso identitario sulla qualità della musica, un certo modo di viverla. La gente oggi è completamente destrutturata: ti contestano dicendo ‘quanti biglietti hai venduto?’, ‘quanti stadi hai fatto?’. Bene, io credo sia importante ribadire che c’è una visione della musica che non dipende dai numeri ma dalla necessità espressiva, una cosa che fa parte della vita, non del lavoro. L’unico modo per cambiare le cose è sporcarsi le mani: non avere paura di dire certe cose in tv. Raccontando per esempio che il disco più importante della storia del rock non è un disco dei Beatles o dei Rolling Stones, ma il primo album dei Velvet Underground, quello con sopra la banana disegnata da Andy Warhol. In America, appena uscito, ha venduto 2000 copie, negli anni Sessanta: un completo flop. Eppure ha cambiato completamente il modo di pensare alla musica ed è ancora oggi il disco che tutti gli artisti più importanti citano come maggiore influenza.

Proprio per questo il cantante apprezza le novità dell’edizione 2017 di X-Factor, nella quale ci sarà il tentativo di riportare la musica al centro del programma, più che il contesto di spettacolo.

La novità più grande è lo sforzo che X Factor sta facendo per riportare la musica al centro. C’è un punto che vale la pena di sapere: l’X Factor italiano è il migliore al mondo, e questo lo dicono gli inglesi stessi. Persino rispetto al loro, che funziona benissimo ma ha un impianto molto tradizionalista e non riserva grandi sorprese. In futuro quello su cui punteranno di più saranno le nuove tecnologie come il 3D o l’interazione con il pubblico ma anche la qualità, e l’X Factor italiano è il loro esperimento sulla qualità dei contenuti. In questo contesto si cercherà di stare attenti, per la prima volta, alla parte autorale, cioè ai ragazzi che scrivono le canzoni da sé e non solo agli interpreti. E poi non ci saranno più sale prove e quindi ci si potrà vedere con i ragazzi sempre e non solo in certi giorni; ci sarà finalmente un pianoforte sul palco: prima non si poteva portare un pezzo piano e voce, adesso sì. Non è una cosa da poco. Ci sarà molto più live, insomma. Inoltre, per le selezioni, questa volta siamo andati in posti un po’ lontani dalle principali città come Roma e Milano. 

Tra le cose nuove, anche il volto di Levante, sulla cui scelta Manuel ha definito la produzione “coraggiosissima”.

Ha scelto Levante che è una persona non superfamosa, giovanissima e che viene da un ambiente in cui ci si fa da soli: non un attore, non un personaggio della tv, ma una musicista. E questo il pubblico continua a non capirlo: si chiede ‘chi è?’, ‘cosa fa?’. Be’, è una persona vera, che sta facendo qualcosa, non un’opinionista, un tronista, ma una che ha voce in capitolo e già questo per me significa fare televisione alta.

Poco da dire, invece, sugli altri due giudici: Mara Maionchi è per Manuel

… una grandissima professionista con una cultura pazzesca sul cantautorato non solo italiano, per cui il confronto con lei è sempre interessante. E poi è molto simpatica.

Mentre di Fedez, già conosciuto dall’anno scorso, Manuel apprezza le radici musicali che affondano non solo nella scena rap e hip pop, ma anche in quella punk californiana, con l’ascolto di band come Offspring e Blink 182. E riconosce la capacità di sfruttare appieno le potenzialità dei social.

Ha un fiuto per le cose più mainstream, una caratteristica che unisce alla capacità di interagire bene con le nuove tecnologie.

Fra la curiosità di vedere i giudici “vecchi e nuovi” all’opera e i concorrenti in gara, non resta quindi che iniziare il countdown per il 14 settembre, per scoprire chi sarà, quest’anno, ad avere il fatidico “Fattore X”.

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