L’ora legale – che scatta il 25 marzo e termina il 28 ottobre, lasciando il posto a quella solare – è oggetto di discussione al Parlamento Europeo.

Oggi, 8 febbraio, in sessione plenaria a Strasburgo, gli eurodeputati voteranno la risoluzione proposta dal ceco Pavel Svoboda e dalla francese Karima Delli, insieme ad una larga coalizione di eurodeputati del nord, centro ed est Europa, i quali chiedono alla Commissione di “condurre una valutazione approfondita” e produrre una proposta di regolamento per l’abolizione del cambio d’ora. Il voto in sessione plenaria non sarà però definitivo, ma sarà necessario attendere la Commissione Ue.

A suffragare la richiesta anche alcuni studi scientifici, come si legge nella proposta di risoluzione presentata in data 29 gennaio 2018: “considerando che numerosi studi scientifici, tra cui lo studio dei Servizi di ricerca del Parlamento europeo, dell’ottobre 2017, sulle disposizioni dell’UE relative all’ora legale a norma della direttiva 2000/84/CE, non sono riusciti a dimostrare alcun effetto positivo del cambiamento semestrale dell’ora e, al contrario, hanno segnalato l’esistenza di effetti negativi sulla salute umana, l’agricoltura e la sicurezza della circolazione stradale”

Alcuni propongo che sia ogni singolo Paese a scegliere se adottare o meno l’ora legale, come la ministra finlandese dei trasporti Anne Berber. Come riporta il Sole 24 Ore, Terna, società che gestisce la rete elettrica nazionale, fa sapere che grazie a quell’ora quotidiana di luce in più garantita dall’ora legale, fra marzo e ottobre, l’anno scorso in Italia si ha risparmiato complessivamente 567 Kw/h, corrispondente a 320 mila tonnellate di Co2 emesse nell’atmosfera in meno.

A prescindere dall’esito della sessione plenaria di oggi, domenica 25 marzo si dovranno spostare le lancette dell’orologio avanti di un’ora.

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