Malta da tempo, si è spenta lunedì 1 gennaio 2018, all’età di 54 anni, Lea Mattarella, critica d’arte, storica nonché collaboratrice de La Stampa prima e de La Repubblica poi.

Lea Mattarella, nipote del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, è stata molto attiva anche nelle aule universitarie: è stata infatti per molti anni anche docente dell’Accademia della Belle Arti di Napoli, Macerata, L’Aquila e Roma.

Mattarella aveva una particolare sensibilità nei confronti della del mondo femminile. Aspetto testimoniato dall’esposizione al Vittoriano da lei curata in occasione delle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia “Le donne che hanno fatto l’Italia”. Durante quella mostra presenti importanti personalità, come i premi Nobel Grazia Deledda e Rita Levi Montalcini, l’ideatrice del bacio Perugina Luisa Spagnoli, la prima laureata in medicina d’Italia Ernestina Paper, e Alfonsina Strada, che nel 1926 corse con gli uomini del Giro d’Italia.

Molto vicina anche al mondo del giornalismo, Mattarella affermò in un’intervista per il Giornale dell’arte e riportata oggi su Repubblica (dove collaborava) che tra il critico d’arte e il giornalista non ci sono poi molte differenze, con il minimo comune denominatore che deve essere la chiarezza.

Io devo molto ai giornali. Mi hanno insegnato la chiarezza, perché se devi ‘tradurre’ una cosa per un lettore che non ha la tua formazione, questa deve essere chiarissima innanzitutto a te. Poi la stessa chiarezza io mi sforzo di portarla nei testi critici, perché io voglio essere capita. Quando uno non è chiaro è perché non ha chiaro che cosa vuole dire

Il suo ultimo articolo è comparso proprio il giorno prima della sua scomparsa, il 31 dicembre, dedicato alla mostra allestita a Palazzo Braschi, a Roma, sui costumi e i bozzetti realizzati dai grandi artisti per il teatro dell’Opera.

L’ultimo saluto alla critica d’arte Lea Mattarella sarà mercoledì 3 gennaio, alle ore 12.00, presso la Chiesa degli Artisti di Roma, dove la donna viveva insieme al compagno Giangiotto Borrelli, storico d’arte, e la figlia Ottavia.

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