Chi è Agnese Ciulla, la cui storia ha ispirato il film Tutto il giorno davanti

La pellicola in onda il 3 ottobre su Rai Premium racconta dell'Assessora alla Cittadinanza Sociale di Palermo che si è occupata di garantire un futuro migliore a migliaia di migranti minorenni, diventando tutrice legale di 900 ragazzi stranieri.

Domenica 3 ottobre Rai Premium propone in prima serata Tutto il giorno davanti, film per la tv andato in onda per la prima volta nel 2020 su RaiUno. La pellicola è diretta da Luciano Manuzzi e vede come protagonista Isabella Ragonese. Si tratta di una storia vera, quella di Agnese Ciulla: nel film, però, le è stato dato il nome di Adele Cucci. Siamo nel 2014, e migliaia di migranti stanno sbarcando in Sicilia dopo essere fuggiti da guerre e povertà.

Anche la storia di Agnese Ciulla inizia in quegli anni, quando era Assessora alla Cittadinanza Sociale nel comune di Palermo (lo è stata dal 2012 al 2017). Il 2 maggio 2014 sono sbarcati nella sua città 358 migranti: la donna è un’operatrice sociale, e si è occupata di quelli che vengono chiamati “minori stranieri non accompagnati“, ovvero tutti quei bambini e ragazzi che sono rimasti soli, senza genitori. Si tratta del primo degli innumerevoli barconi che arriveranno in Sicilia. E non potrebbe fare altrimenti, considerando il suo impegno, già dagli Anni ’90, nella tutela dei giovani palermitani che aiutava ad allontanarsi dal crimine e dalla mafia, o da situazioni famigliari difficili.

Agnese porta avanti le sue battaglie con forza e determinazione, fa di tutto per assicurare ai ragazzi un futuro migliore da quello a cui hanno cercato di sfuggire. Nel suo libro, La grande madre, la donna racconta alcune delle loro storie: come quella di Bandiougou Diawara, arrivato dal Mali su un barcone, che ha vinto una borsa di studio in una buona scuola; Said, che è stato curato e operato dopo essere sbarcato in gravissime condizioni di salute; o Joy, che cercava una vita migliore ma è finita vittima della tratta degli schiavi.

La donna porta il suo impegno fino in fondo, e decide di diventare tutrice legale di alcuni di loro. Ma poi non si ferma, e la sua tutela si allarga a circa 900 ragazzi stranieri, a cui si aggiungono tutti quei bambini di Palermo di cui non si è dimenticata, e di cui continua a occuparsi, fino ad arrivare a 1200 minori sotto la sua tutela. Ed e proprio per questo gesto di così grande umanità che la comunità siciliana le ha dato l’appellativo di “grande madre“. Ovviamente, una sola persona non può occuparsi di tutti questi minori, perciò Agnese si è battuta per istituire un albo dei tutori legali, a cui a inizio 2020 si erano già uniti 50 volontari.

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