La caccia al farmaco in grado di rappresentare una valida arma contro il Covid-19 continua: negli ultimi giorni, l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha autorizzato una nuova sperimentazione clinica per valutare l’efficacia dell’idrossiclorochina (o clorochina) per il trattamento domiciliare di pazienti che presentano un quadro clinico lieve di Covid-19.

Alcuni esperti considerano il farmaco uno strumento in grado agire sulle due fasi del Covid-19, quella virale e quella infiammatoria.
Nonostante gli scarsi risultati finora ottenuti, il farmaco antimalarico ha attirato, per le sue potenzialità, l’attenzione dei ricercatori italiani.

La clorochina, la cui efficacia è già stata dimostrata su diverse malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide, in Italia è al momento impiegata “off label“, ovvero fuori dall’indicazione originaria.
Alcuni dati preliminari avrebbero infatti suggerito una potenziale attività antivirale. L’argomento tuttavia va trattato con una certa prudenza.

Molti esperti, anche italiani, hanno espresso leggero scetticismo nei confronti della sua efficacia sul Covid-19. Tra questi c’è anche il noto virologo Roberto Burioni, attualmente impegnato in uno studio su cellule presso l’Ospedale San Raffaele di Milano.

Il ricercatore ha specificato che la clorochina sembra riuscire a bloccare la replicazione del virus se usata in determinati momenti della malattia (ovvero prima e dopo l’infezione). Tuttavia, il virologo ha affermato che “bisognerà attendere la conclusione degli studi clinici preliminari. In questo momento, infatti, non esistono solide prove sull’efficacia di questo farmaco contro il Covid-19”.

Il farmacologo Silvio Garattini, sulla falsariga di Burioni, ha invitato alla prudenza: “È necessario attendere i risultati degli studi, nel frattempo la prudenza è d’obbligo: si tratta di un farmaco che ha comunque una certa tossicità. Può avere controindicazioni o addirittura risultare dannoso per i pazienti che presentano malattie cardiache o per chi è già sottoposto a terapie concomitanti. In questa situazione d’emergenza va utilizzato solo su indicazione medica e il suo utilizzo va valutato caso per caso.”

A sottolinearne gli aspetti negativi è stato anche l’infettivologo Massimo Galli dell’Ospedale Sacco di Milano, che ha scoraggiato fortemente terapie “fai da te.

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