A tutte le donne, l'inno di Alda Merini all'universo femminile

"Combattive ma fragili, scheletri fatti d’amore", scriveva la celebre poetessa morta il 1° novembre 2009. Un testo profondo e rivoluzionario, che invita all'uguaglianza e al rispetto, quei valori di cui l'autrice non ha mai smesso di farsi portavoce.

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso“. Comincia così una delle poesie più belle di Alda Merini, A tutte le donne, vero e proprio inno all’universo femminile. La celebre poetessa, che con le sue opere ha caratterizzato il Novecento, è morta a Milano il primo novembre del 2009, all’età di 78 anni. La sua vita, trascorsa anche a combattere contro quei disturbi psichici che l’hanno poi portata a l’internamento in manicomio, è raccontata in modo magistrale nelle sue opere, in bilico tra lucide considerazioni e visionaria follia.

“[…] sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore”.

Scritta nel 1988, l’opera è un vero e proprio inno in versi alla forza delle donne e alle loro fragilità. Come quel subdolo e insensato senso di colpa che pare perseguitare la storia delle donne fin dalla nascita di Eva, che è stata in parte la spinta propulsiva per il sesso femminile, che l’ha portata a combatteresante guerre per l’emancipazione”, per i diritti e l’uguaglianza di genere, per il rispetto. A tutte le donne è tremendamente sincera nel suo comparare gioia e dolore, forza e fragilità, vita e morte. Un testo profondo e rivoluzionario, manifesto di quei valori di cui l’autrice non ha mai smesso di farsi portavoce.

La poesia è frutto delle esperienze di vita dell’artista, di quel periodo buio che l’ha vista in manicomio, che se da un lato le ha fatto scoprire tutto l’orrore del mondo, le ha donato dall’altro la capacità di resilienza e il bisogno di riscatto, quello che ha trovato attraverso la poesia.

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