Alessia ed Eleonora vivono a Roma, si sono innamorate nel 2016 e desideravano da tempo poter diventare mamme. Il loro sogno ora si è finalmente realizzato, ma non è stato semplice riuscire a farcela: entrambe volevano essere coinvolte appieno in questa esperienza e hanno così deciso di sfruttare il metodo ROPA, sistema che coinvolge entrambe le componenti della coppia.

Si tratta infatti di una fecondazione in vitro, in cui una delle due donne si sottopone alla stimolazione ovarica per fornire gli ovociti, mentre la sua partner porta a termine la gravidanza. Per questo tipo di trattamento è poi necessario ricorrere a un donatore di sperma.

Il metodo ROPA si rivela indicato per tutte le donne lesbiche che vogliono avere un figlio: entrambe, infatti, sono madre biologiche: la prima come madre donatrice, la seconda come madre ricettrice.

Questo tipo di PMA, però, in Italia non viene ammesso ed è per questo che le due sono state costrette a rivolgersi a una clinica spagnola. Tutto è iniziato nel periodo del lockdown, fase in cui hanno potuto contare su una consulenza da remoto, in cui è stato loro indicato quali erano i passi da compiere per portare a termine la procedura, per poi spostarsi direttamente a Barcellona per il concepimento.

Oggi la coppia può stringere tra le braccia Tommaso, che risulta essere però legalmente figlio solo di una di loro. Questo per loro è inaccettabile, oltre che doloroso ed è per questo che si augurano che presto la situazione possa cambiare: “Abbiamo scelto il metodo ROPA per sentirci entrambe mamme: una ha donato gli ovociti e l’altra ha portato avanti la gravidanza – ha raccontato Eleonora a Repubblica Tv -. Io non l’ho potuto riconoscere, nonostante geneticamente lui sia mio figlio. Un padre può chiedere il test del Dna, perché io non posso?”.

 

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