Alexandria Ocasio-Cortez non è solo la più giovane eletta alla carica di parlamentare al Congresso USA, a soli 29 anni, ma anche una donna con idee molto chiare e una personalità estremamente volitiva; una di quelle che a qualche uomo farebbe piacere definire “con le palle”, se non fosse che, per essere valutata positivamente, nessuna donna necessiti di essere descritta con aggettivi maschili.

Non sorprende, perciò, che la parlamentare democratica abbia risposto per le rime al collega repubblicano della Florida Ted Yoho, con cui ha avuto un confronto piuttosto acceso sui gradini del Campidoglio degli Stati Uniti il 20 luglio, dopo le sue esternazioni su povertà e criminalità.

Yoho, ha riportato The Hill, si sarebbe rivolto a Ocasio-Cortez definendola “disgustosa” per aver detto, durante un intervento a New York, che “il crimine è un problema di una società malata, che trascura la sua gente emarginata” e che “la polizia non è la soluzione al crimine”, con un chiaro riferimento alle proteste degli afroamericani che stanno imperversando in tutto il Paese. Il deputato repubblicano avrebbe inoltre aggiunto che Ocasio-Cortez è “fuori di testa” e avrebbe concluso, dopo la fine del diverbio sulla scalinata del Campidoglio, definendola “Fottuta stronza (bitch ndr.)“.

Ocasio-Cortez ha ritenuto opportuno chiarire i motivi dello scontro con un tweet, in cui ha chiarito

Non ho mai parlato con il deputato Yoho prima che decidesse di avvicinarmi sulle scale del Campidoglio. Generalmente, che ci crediate o no, vado d’accordo con i miei colleghi del Partito Repubblicano. Sappiamo come controllare i nostri disaccordi prima di entrare. Ma ehi, le stronze fanno le cose per bene.

Quella parola, insomma, non è sfuggita alla deputata, che ha trovato un modo davvero elegante per rispondere, con distacco, al collega.

Ad alcuni l’atteggiamento di Yoho nei confronti di Ocasio-Cortez ha riportato alla mente il caso che, nel 2017, coinvolse il repubblicano Mitch McConnell e la democratica Elizabeth Warren durante le discussioni per la nomina a procuratore generale di Jeff Sessions; Warren, durante il dibattito al Congresso, iniziò a leggere una lettera in cui Coretta Scott King, vedova di Martin Luther King, rivolgendosi a una commissione del Senato dichiarava che proprio Sessions aveva usato i suoi poteri per un “tentativo squallido di intimidire e spaventare gli elettori neri”, sulla base di alcuni commenti razzisti da lui fatti, fra cui anche la frase “Il Ku Klux Clan è a posto”.

McConnell zittì la collega, facendo ricorso a un antico articolo del regolamento del Senato secondo cui un senatore, nel corso di un dibattito, non può direttamente o indirettamente imputare una condotta o un motivo sconveniente a un collega, e la maggioranza del Senato approvò la regola posta in causa, facendo tornare Warren al proprio posto e rendendo di fatto non legittimo leggere in Senato un discorso della vedova King.

Era stata avvertita – è la frase, diventata poi anche oggetto di meme, pronunciata da McConnell – Le è stata data una spiegazione. Ciononostante, ha persistito.

In generale, tutta l’amministrazione Trump sembra inciampare ogni tanto nelle trame del sessismo, a partire dal presidente stesso, tanto che la sua querelle di lunga data con Megyn Kelly, anchorwoman di Fox News, è raccontata nel film Bombshell.

Per questo, è importante non rimanere in silenzio, come ha fatto Alexandria Ocasio-Cortez, che ha fatto capire quanto le “stronze” sappiano il fatto loro.

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