Siamo soli nell’universo? Secondo lo studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Nottingham, coordinato da Christopher Conselice e pubblicato sulla nota rivista scientifica “The Astrophysical Journal”, potrebbero esserci molte altre civiltà intelligenti, in grado di comunicare. Ben 36 nella sola Via Lattea.

Per giungere alla conclusione che non siamo soli nella Via Lattea, i ricercatori si sono basati su un nuovo approccio, denominato Limite Copernicano dell’Astrobiologia.
Questo nuovo metodo utilizza la teoria dell’evoluzione, ma su scala cosmica, calcolando il tempo medio impiegato da una civiltà come quella umana per fare la sua comparsa su un pianeta.

In passato studi simili sono stati effettuati sulla base dell’equazione di Drake, individuata dall’astronomo e astrofisico Frank Drake nel 1961.

La sua equazione, in teoria, può essere usata per calcolare quante civiltà comunicanti extra-terrestri intelligenti (CETI) potrebbero essere presenti nella nostra galassia” si legge nello studio condotto dai ricercatori britannici.
“Ma ci sono molti dei suoi parametri che sono a noi ancora sconosciuti. Per calcolare il numero probabile di civiltà comunicanti bisogna quindi usare altri metodi”.

Utilizzando come parametro la possibilità che una civiltà intelligente si sia sviluppata in circa 5 miliardi di anni (la Terra ha 4,6 miliardi di anni), i nostri calcoli giungono alla conclusione che nella Via Lattea dovrebbero già esserci 36 civiltà“, ha spiegato ancora Conselice.

Purtroppo a causa della distanza potremmo non sapere mai se esistono ancora o se siano mai esistite in passato.

A commentare il nuovo studio è stata, nel corso di un’intervista all’Ansa, Barbara Cavalazzi, astrobiologa dell’Università di Bologna:

“L’ipotesi dei ricercatori britannici è ambiziosa e affascinante. Ma è mancante in alcuni aspetti. Innanzitutto ci mancano molte informazioni sull’origine della vita
In secondo luogo, non è semplice fare una stima di quanti pianeti del Sistema Solare e della nostra galassia siano abitabili: oltre alle condizioni fisiche e chimiche di sostenibilità e tolleranza per la vita, bisognerebbe conoscere cosa ha determinato il fiorire della vita.”

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