Amore Criminale: l'incubo di William Pezzulo, sfregiato con l'acido dalla sua ex

La donna è stata condannata in via definitiva nel 2014 a otto anni dalla Cassazione per lesioni gravissime, ma ha scontato la pena in detenzione domiciliare. Senza mai risarcire la vittima.

Un secchio pieno d’acido che lo colpisce in faccia, lasciandolo cieco e sfigurato. Finisce così la relazione tra William Pezzulo ed Elena Perotti. La loro storia è al centro della replica di Amore Criminale in onda il 7 agosto su RaiTre. Gli episodi del programma condotto da Veronica Pivetti vengono stati riproposti dalla Rai a partire dal 17 luglio 2021.

Era la notte tra il 19 e il 20 settembre 2012 quando William Pezzulo fu aggredito dalla ex fidanzata Elena Perotti – e da un suo complice – mentre tornava a casa dal lavoro. Elena e William, entrambi di Travagliato, in provincia di Brescia, si erano conosciuti nel 2010. Una breve frequentazione e poi subito insieme. Ma lei era gelosa, lo tradiva, faceva la pugile e ogni tanto picchiava il ragazzo. Così William decise di lasciarla. Fu l’inizio di un lungo periodo di stalking e minacce, che culminarono nell’imboscata di settembre.

Elena e l’amico Dario Bertelli – che all’epoca faceva il buttafuori – lo costrinsero a inginocchiarsi a terra e poi gli rovesciarono addosso un secchio pieno di acido, presumibilmente preparato in casa dalla donna stessa. William rimase invalido al 100%sfregiato nel corpo, perse quasi completamente la vista — e, ad oggi, non ha ottenuto un euro di risarcimento, nonostante in sede civile Elena Perotti sia stata condannata a versare oltre un milione duecentomila euro.

La donna e il suo complice si sono dichiarati nulla tenenti e le spese legali sono ricadute tutte sulla vittima. William ha dovuto subire moltissimi interventi e lui e la sua famiglia si sono ridotti sul lastrico per far fronte ai pagamenti ospedalieri. Elena, invece, è stata condannata in via definitiva nel 2014 a otto anni dalla Cassazione per lesioni gravissime (in primo grado erano dieci). La donna ha scontato la pena in detenzione domiciliare: pochissimi i mesi passati in carcere, sia a causa delle due gravidanze ma anche, in seguito, per gravi motivi di salute personali.

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