Arezzo, bimbo di due anni muore soffocato dal laccio della felpa all’asilo. Cosa è successo

La tragedia nel nido “Ambarabà Ciccì Coccò” di Soci, frazione di Bibbiena. Aperta un’inchiesta per omicidio colposo, sigilli alla struttura e verifiche sulla sorveglianza. Comunità sotto shock.

Un gioco spensierato in giardino, una corsa come tante. Poi la tragedia. L.R., due anni, è morto soffocato all’asilo nido “Ambarabà Ciccì Coccò” di Soci, nel comune di Bibbiena (Arezzo), dopo che il laccio della felpa si è impigliato in un ramo, stringendogli il collo e bloccando il respiro.

«Non si può morire così, ad appena due anni, nel giardino di un nido», ha detto la prozia del bambino, dando voce al dolore della famiglia mentre i genitori, Alessandro e Caterina, non hanno la forza di parlare.

Sul posto anche il sindaco di Bibbiena, Filippo Vagnoli, che ha proclamato il lutto cittadino.

Il gioco in giardino, poi l’allarme

Era una mattina come tante e le 11 educatrici e 5 assistenti del nido avevano portato fuori i circa 60 bambini nel giardino della struttura, alcuni centinaia di metri quadrati circondati da siepi e alberi. Il momento di svago si è interrotto quando una maestra si è accorta che L. non respirava: il laccio della felpa si era impigliato mentre il piccolo correva.

Il personale ha cercato di intervenire immediatamente, ma la maestra che per prima ha prestato soccorso è stata colta da una crisi d’ansia ed è stata portata in ospedale: i sanitari le hanno somministrato ossigeno.

Oltre un’ora di tentativi di rianimazione

Le educatrici hanno avviato subito le manovre di rianimazione in attesa dei soccorsi. Sul posto sono arrivati i mezzi del 118, i carabinieri della compagnia di Bibbiena e l’elisoccorso Pegaso, atterrato poco distante.

Il medico dell’elisoccorso ha tentato a lungo di salvare il bambino, mentre i genitori, avvisati immediatamente mentre erano al lavoro, sono arrivati sul posto e hanno assistito affranti ai tentativi di rianimazione.

Dopo più di un’ora, i sanitari hanno dovuto arrendersi: il cuore di L. si è fermato.

L’inchiesta per omicidio colposo: sigilli al nido e rilievi dei carabinieri

La Procura di Arezzo, con la pm Julia Maggiore, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. Il giardino dell’asilo è stato posto sotto sequestro, insieme all’intera struttura. I carabinieri del reparto scientifico di Firenze hanno effettuato rilievi approfonditi: campionamenti, fotografie, esami sulle strutture e sulla vegetazione.

Ora bisognerà stabilire se le procedure di sorveglianza fossero adeguate; comprendere quanto tempo sia passato tra l’incidente e l’intervento del personale; verificare la sicurezza dell’area esterna e l’eventuale presenza di rischi già segnalati o sottovalutati. Le educatrici, alcune delle quali hanno reso spontanee dichiarazioni ai carabinieri, sono state ascoltate una a una.

Una comunità sotto shock: lutto cittadino e supporto ai bambini

Il sindaco Vagnoli ha spiegato:

«Sconvolti da una tragedia che lascia senza parole. Solo rispetto, silenzio e profondo cordoglio».

Il Comune ha attivato un servizio di supporto psicologico per la scuola e per i compagni di classe del fratellino maggiore di L., che frequenta la prima elementare. Davanti al nido si stanno accumulando fiori, peluche e messaggi, in un silenzio che abbraccia l’intero Casentino.

Anche la cooperativa Koinè, che gestisce il nido, ha diffuso una nota:

«Non abbiamo frasi che possano lenire il dolore lancinante dei genitori».

Le parole delle istituzioni

La presidente di Italia Viva, Maria Elena Boschi, aretina, ha scritto:

«Oltre al dolore c’è il dovere di fare chiarezza su quanto accaduto — la sicurezza dei più piccoli deve essere una priorità e ogni scuola, ogni luogo educativo, deve essere un posto sicuro».

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