E chi l’avrebbe mai detto. Succede al Parlamento britannico dove per la prima volta arriva una protesta sopra le righe costituita da una striscia di mutandine femminile appese alla porta dell’ufficio di un parlamentare, come scrive l’agenzia di stampa Ansa.it. Il motivo è presto detto. Il deputato, infatti, si chiama Christopher Chope e la scorsa settimana è stato l’unico a opporsi all’approvazione per acclamazione di una legge che avrebbe inflitto pene fino a due anni per il reato di “upskirting”. Una legge che, in altre parole, avrebbe colpito gli amanti della pratica di scattare foto da sotto la gonna di una donna. Scatti rubati che ledono la sensibilità delle donne.

La sua obiezione ha bloccato il provvedimento al punto che la premier Theresa May ha espresso “rincrescimento” nei confronti del legislatore che non ha dato il via libera a una norma così importante. Per questo motivo il Governo la ripresenterà alla Camera dei Comuni entro fine luglio. È troppo importante per essere archiviata. È probabile che alla fine la legge passi con il sostegno di tutte le forze politiche e che, dunque, i movimenti per la difesa dei diritti delle donne abbiano la meglio. In fondo a opporsi è stato soltanto lui: Christopher Chope.

Dal canto suo, il parlamentare ha detto di essere favorevole alla norma ma di essersi opposto al voto per acclamazione per “ragioni di principio” poiché convinto sostenitore che il Parlamento debba sempre dibattere tutti gli atti prima di approvarli. Un “mea culpa” che, però, non è piaciuto alle tante donne, dallo staff di deputati a chi ha ruoli all’interno del Palazzo di Westminster, le quali hanno reagito appendendo mutandine alla porta di Chope. “Non sono un dinosauro” si difende lui.

Insomma la polemica è appena cominciata: le donne hanno promesso battaglia. Riusciranno entro l’estate a far approvare questa legge. 

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