A febbraio del 2021 un doodle ha ricordato Audre Lorde, poetessa, scrittrice e attivista statunitense che proprio il 18 di quel mese avrebbe compiuto 87 anni. Realizzato dall’artista Monica Ahanonu, il doodle raffigurava, su uno sfondo variopinto e dai colori accesi, il volto della donna, e, accanto a lei, alcuni simboli chiave del suo percorso esistenziale e artistico, tra cui i libri, un microfono e una bilancia, a testimonianza dell’impegno che la poetessa e attivista nera ha mostrato in nome della lotta alle discriminazioni e ingiustizie.

Il doodle recitava anche alcuni versi scritti da Lorde – che rappresentano l’essenza della sua ideologia – tratti da Learning from the 60s, il discorso tenuto nel febbraio 1982 all’Università di Harvard, in occasione della celebrazione del weekend di Malcolm X.

Non esiste un tipo di lotta univoca, perché non viviamo vite univoche. Le battaglie che portiamo avanti sono personali, ma non siamo soli. Dobbiamo impregnarci per un futuro che includa tutti noi e lavorare per raggiungerlo, sfruttando i punti di forza unici delle nostre identità individuali.

Donna lesbica e nera, ha messo la sua arte e la sua vita al servizio della lotta per i diritti civili e ha rappresentato una figura centrale nei movimenti femminista, Black e LGBTQ+ del secolo scorso, anticipando tematiche intersezionali che vedevano al centro un attivismo orientato a dare voce e rappresentare ogni tipo di discriminazione e minoranza, come del resto la citazione-manifesto scelta da Google dimostra. Con la sua celebrazione, Google ha anche voluto rendere omaggio al U.S. Black History Month, il mese di febbraio dedicato a combattere le discriminazioni subite dalle persone di colore negli Stati Uniti, e non solo.

Audre Lorde nasce nel 1934 ad Harlem, New York. È la terza figlia di una famiglia di immigrati provenienti dai Caraibi che si sono trasferiti in America negli anni Venti. Scopre ben presto la passione per la scrittura, in particolare per la poesia, anche grazie alla biblioteca del suo quartiere. Prima studentessa nera al liceo, si laurea al College di New York nel 1959 e frequenta un master in Amministrazione Libraria alla Columbia University, che le consente di lavorare come bibliotecaria. Negli anni successivi scopre la passione per l’insegnamento e inizia a insegnare inglese in diverse scuole pubbliche di New York.

Contemporaneamente, approfondisce la sua vocazione di scrittrice e poetessa, di cui si serve per dare voce a temi di discriminazione razziale, sessista e classista, il fulcro di tutta la sua produzione letteraria. Nel 1968 pubblica la sua prima raccolta di poesie, The First Cities, a cui ne seguiranno altre dieci negli anni e che diventeranno una parte fondamentale del suo lavoro di attivista.

Nel 1974 un viaggio in Africa risveglia in lei le sue radici e lo stretto legame con la cultura afro, di cui approfondisce miti e leggende di dee e amazzoni e nere, che influenzeranno la sua produzione letteraria successiva, diventando il fulcro della sua ricerca esistenziale e di scrittrice. Il suo lavoro più celebre di questo periodo è The Black Unicorn, del 1978, una raccolta di poesie considerata dalla critica una delle sue opere più brillanti. La poesia omonima in essa contenuta diventa un inno alla lotta alle discriminazioni che la donna e l’America di quegli anni – e non solo – si trovava ad affrontare.

L’unicorno nero è senza pace /l’unicorno nero è implacabile /l’unicorno nero non è/ libero.

The Black Unicorn: Poems Una raccolta di poesie di Audre Lorde

The Black Unicorn: Poems Una raccolta di poesie di Audre Lorde

Una raccolta di poesie della scrittrice e attivista Audre Lorde, in cui la poetessa nera affronta i temi dell'attivismo e della lotta per i diritti civili, attingendo anche dalla cultura afroamericana e alle sue radici, dando vita a una produzione brillante che unisce le minoranze di ogni tipo in una voce universale piena di poesia e intensità.
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Anche la sua vita è stata testimonianza di una continua sfida alle convenzioni sociali, all’omofobia e al razzismo. Nel 1961 sposa Edwin Rollins, un laureato in legge bianco e gay, da cui ha due figli, Elisabeth e Jonathan, sebbene si fosse sempre apertamente dichiarata lesbica sin dall’adolescenza. Successivamente divorzia dall’uomo e cresce i due figli insieme a un’altra donna.

La sua relazione più importante fu quella con Gloria I. Joseph, con cui vive gli ultimi anni della sua vita e condivide la lotta e l’attivismo. Con lei fonda fonda la SISA, Sisters in Support of Sisters of South Africa e decide di trasferirsi nella sua terra d’origine, alle Isole Vergini, nel mar dei Caraibi, dove resterà fino alla sua morte, avvenuta il 17 novembre 1992. Il trasferimento non le impedisce però di continuare a girare per il mondo per presenziare a conferenze e offrire il suo contributo di “poeta nera, lesbica, madre e guerriera”, come amava definirsi. Negli ultimi anni, è spesso in viaggio in Germania, a Berlino, dove tiene lezioni e corsi e guida la nascita del movimento femminista afro-tedesco.

Nel 1977 le viene diagnosticato un cancro al seno, un evento che condiziona in modo determinante la sua futura produzione letteraria, soprattutto in prosa. Sono di questo periodo The Cancer Journals Sister Outsider, in cui Lorde si approccia con grande anticipo a temi che avranno grande importanza negli anni a venire, tra cui il discorso ambientalista e il legame tra fattori ambientali e malattia.

Nel 1984 scopre che il cancro ha provocato metastasi al fegato. Nel 1989 scrive A Burst of Light, in cui racconta la lotta contro la malattia e per la quale nel 1991 ottiene l’American Book Award. Morirà poi l’anno dopo a soli 58 anni.

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