Aura Farming: come la danza virale del bambino in canoa è diventata un trend

Se la danza di un bambino indonesiano diventa virale: accade per il fenomeno dell'aura farming. Cosa c'è da sapere e su cosa riflettere e interrogarsi.

C’è un ragazzino su un’imbarcazione in movimento. È in perfetto equilibrio, i suoi movimenti sono accurati, precisi, ma anche molto ritmati. Il suo video ha fatto in breve il giro del mondo, attraverso i social network, per i quali è stato rielaborato aggiungendo un audio musicale, ovvero il brano Young Black & Rich di Melly Mike. Ma c’è un fenomeno che ha consentito a questo filmato di diventare virale, e il fenomeno prende il nome di aura farming.

Cos’è l’aura farming e cosa c’entra con i trend virali

L’espressione aura farming è uno slang che indica l’atto intenzionale di mostrare una persona o un comportamento, percepito come interessante carismatico, con lo scopo di attrarre l’attenzione o l’ammirazione degli altri. Il fenomeno è generico e quindi esiste sia sui social sia nella vita reale, ma mentre in quest’ultima, a meno che non si sia una celebrità, la platea può essere limitata, sia sui social, dove consiste in un contenuto che potenzialmente può diventare virale, come è successo al ragazzino di cui abbiamo accennato e del quale ora vi raccontiamo la storia.

Aura farming dance: La storia del bambino in canoa: da contenuto casuale a culto social

In Indonesia, un ragazzino di 11 anni di nome Rayyan Arkan Dikha è diventato virale in tutto il mondo dopo che un suo filmato in cui balla su una barca è stato condiviso e ricondiviso migliaia e migliaia di volte, tanto da attirare l’attenzione perfino della marina militare della Repubblica di Singapore, come riporta Ndtv. Rayyan ha risvegliato nel mondo l’aura farming, entusiasmando milioni di persone per il fascino e la perizia con cui sfoggia involontariamente le proprie movenze: è davvero magnetico, non si riesce a smettere di guardarlo. Eppure la sua storia è abbastanza comune: il padre e lo zio sono esperti di Pacu Jalur, ovvero la disciplina che viene mostrata nel filmato, per cui Rayyan ha semplicemente imparato osservandoli e praticando questa disciplina a propria volta fin dall’età di 9 anni, sebbene quella coreografia che noi vediamo è stata inventata dal ragazzino in persona.

Ora tutti, giustamente, lo ammirano e i suoi coetanei non perdono occasione di ricordargli quanto sia diventato virale. Ma in fondo la viralità su Internet rappresenta da sempre qualcosa di misterioso, d’altra parte nei primi anni 2000 su YouTube moltissimi utenti impazzirono per il filmato di una giovane donna ferma davanti alla telecamera in una posizione ravvicinata per una manciata di secondi. Stavolta però succede qualcosa di diverso con Rayyan: guardiamo una persona dall’altro lato dello schermo, e quella persona sta facendo qualcosa per cui si è impegnata tanto, la sta facendo in un modo così ammirevole che probabilmente non la dimenticheremo al giro di boa del prossimo video.

Aura farming e l’esultanza social: curare la “vibe” conta più del messaggio?

In generale, e quindi non guardando al caso singolo di Rayyan, il fenomeno dell’aura farming non può tuttavia non sollevare un interrogativo: è più importante l’energia o il messaggio? È in fondo l’interrogativo più vecchio del mondo, perché ci fa riflettere sul rapporto o sull’assenza di rapporto tra contenitore e contenuto. Sarebbe troppo giudicante liquidare tutto come contenuto vacuo, anche perché la storia di Rayyan ci racconta ben altro. È vero, può darsi che a volte ci perdiamo nel fascino apparente di qualcosa che ci entusiasma, e se ciò che ci entusiasma trasmette anche un messaggio positivo ben venga, tuttavia se invece dietro non c’è nessun messaggio o se il messaggio è banale, forse non dovremmo farcene un cruccio, soprattutto se si considerano i social network per il loro ruolo nell’intrattenimento.

Aura farming vs contenuto reale: stiamo postando per essere o per sembrare?

Questo ci porta a un altro interrogativo importante che è connesso con il fenomeno dell’aura farming: sui social network è meglio essere oppure semplicemente apparire? Non sarebbe una novità scoprire che qualcuno e qualcuno tra noi usa i social per riscrivere la propria storia personale, per fare apologia di se stesso, per raccontare una vita felice che forse non esiste. Può darsi che ci siano persone che danno più importanza al contenitore rispetto a un contenuto veritiero, e se questo non danneggia gli altri va bene ugualmente. Tuttavia se si tratta di vivere in un’immersiva post verità dentro e fuori lo schermo, curare di più il rapporto online che non nella vita reale, può essere che ci siano brutte sorprese all’orizzonte. Perché la realtà si rivela sempre prima o poi.

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