"Battesimi e cresime senza padrini e madrine": la decisione del vescovo fa discutere

"Molte delle persone a cui viene affidato questo ruolo sono presenti solo alla cerimonia, non ha più senso", questa l'osservazione di Giacomo Cirulli, che dirige le diocesi di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca.

Battesimi e cresime sono i riti cattolici che prevedono la presenza di padrini e madrine, che avrebbero il compito di accompagnare la persona a cui viene somministrato il sacramento in un percorso di crescita all’insegna dei valori della religione cristiana. Molto spesso, però, questo ruolo tende quasi a essere sottovalutato e considerato “di facciata”, solo nel giorno in cui si tiene la cerimonia. Questo ha spinto così il vescovo delle diocesi di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca, nel Casertano, Giacomo Cirulli, a prendere una decisione inaspettata ma che non può che fare discutere.

La presa di posizione è sofferta, proprio perché va contro una tradizione ormai consolidata, ma nasce da una serie di situazioni emerse negli anni e che lo hanno deluso. “Nell’odierno contesto socio-ecclesiale l’ufficio dei padrini e delle madrine, per lo più, ha perso il suo valore originari” perché presenti solo a quella celebrazione. Una decisione – si legge in una nota pubblicata sui siti delle diocesi – adottata in via sperimentale per la durata di tre anni”.

Il vescovo vuole però sottolineare che l’idea di eliminare padrini e madrine da battesimi e cresime non nasce perché non si ritengano importanti queste figure, ma perché si è osservato in più occasioni un comportamento non idoneo tenuto da molti fedeli. Il suo auspicio è che questo possa spingere molte persone a riflettere su quale dovrebbe essere il compito di chi viene scelto per svolgere questo ruolo così importante per i cristiani.

Si attende così il decreto che ufficializzerà la scelta, previsto il 20 marzo 2023: “La missio legata a tali figure consiste nell’accompagnare i catecumeni o i cresimandi nell’intero percorso di fede e non soltanto nel momento della celebrazione del Sacramento – si legge ancora nella nota diffusa dalla diocesi -. Allo stato attuale, tuttavia, tale ruolo ha perso quasi del tutto il suo significato, riducendosi ad una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale. La sospensione in via sperimentale non ha lo scopo di sminuire il valore di tali figure, ma rappresenta un tentativo, da parte del vescovo, di recuperarne l’identità e la missione”.

L’auspicio del vescovo è che sia possibile fare marcia indietro grazie a una presa di coscienza maggiore da parte dei fedeli: “Gli uffici liturgici e catechistici delle diocesi di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca avranno il delicato compito di monitorare, durante tale triennio, l’andamento della nuova prassi e, contemporaneamente, di studiare possibili nuove forme di accompagnamento, che recuperino il vero senso ecclesiale dell’ufficio del padrino e della madrina”.

La norma sarà in vigore a partire dalla domenica di Pasqua, che quest’anno ricorre il 9 aprile. “Sarà possibile, in deroga a tale norma, ammettere la presenza dei Padrini e delle Madrine nella celebrazione dei Sacramenti fino al 28.05.2023, Solennità di Pentecoste, esclusivamente per le celebrazioni già fissate nel calendario delle singole comunità”.

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