Bimba uccisa dal padre. La mamma: "Mia figlia ha sbagliato queste 10 cose"

Ellie aveva solo sei anni quando suo padre l'ha uccisa, ma la madre Jennie è continua a difendere il marito ed è convinta che la piccola avesse sbagliato queste dieci cose...

L’omicidio della piccola Ellie Butler, sei anni appena, da mesi sta facendo discutere l’intera Gran Bretagna. Un processo mediatico, quello che vede coinvolti il padre e la madre della piccola accusati il primo di averla uccisa a calci e pugni, la seconda di non averla difesa e di aver coperto il marito tentando di scagionarlo. Era il 2013 quando la piccola Ellie fu uccisa, come rivelano i giudici, dal suo papà, Ben Butler, nella casa in cui viveva con la famiglia in un quartiere a sud di Londra. L’uomo all’epoca era disoccupato ed è stato descritto come violento e autoritario, così tanto da tenere in stato di soggezione non solo i figli, ma anche la moglie che persino oggi, dopo che è stato condannato a 23 anni di carcere per l’omicidio brutale di Ellie, continua a difenderlo.

Secondo le ricostruzioni fornite in tribunale Butler avrebbe avuto uno scoppio d’ira e avrebbe colpito più volte Ellie uccidendola, poi insieme alla moglie avrebbe tentato di coprire le tracce dell’assassinio. I soccorsi sono stati chiamati due ore dopo che il fatto era avvenuto e la coppia ha affermato che la bambina si era rotta la testa tentando di imitare Peppa Pig. In realtà le cose, come è noto, sono andate diversamente e la piccola è stata barbaramente uccisa da chi avrebbe dovuto al contrario difenderla. Qualche tempo prima i servizi sociali avevano tolto la figlia alla coppia, ma dopo una lunga battaglia legale Ellie era tornata dalla sua famiglia.

Ciò che fa ancora più inorridire però è il comportamento della madre Jennie Gray che non solo in tribunale ha difeso il marito, ma ha cercato persino di additare delle colpe alla figlia di sei anni. Secondo quanto riportato dal “The Sun”, la donna avrebbe letto durante il processo alcune memorie in cui affermava che Ellie prima di essere uccisa avrebbe tenuto un comportamento sbagliato. Rivolgendosi al partner violento, Jennie avrebbe dichiarato il suo amore spiegando che Ellie avrebbe in ordine: detto bugie e disobbedito, fatto finta di non ascoltare non prestando attenzione, risposto e provocato consapevolmente i suoi genitori, mostrato che non ci si poteva fidare di lei comportandosi come una bambina più piccola della sua età.

Comportamenti che in qualche modo, secondo la madre, avrebbero giustificato l’ingiusta fine toccata alla piccola. Proprio per questo Jennie ha annunciato che continuerà a sostenere suo marito e che i due ricorreranno in appello contro la condanna. Una lettera, quella di Jennie, che lascia senza parole e che solleva inquietanti dubbi riguardo a ciò che si poteva fare per salvare questa bambina e al rapporto malato fra la donna e suo marito, un uomo violento e autoritario, che nonostante tutto lei professa di amare ancora.

Si può difendere così la persona che ti ha strappato un figlio? Che ha ucciso barbaramente una bimba di sei anni, tua figlia? Per Jennie la risposta è sì. Lo spiega in quella lettera, in quei dieci punti in cui, secondo la donna, Ellie ha fatto l’unico errore di essere una bambina.

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