La polizia di Goteborg ha aperto un’indagine per la morte di Karar Ramadan, noto come C.Gambino, rapper svedese considerato fra i più importanti del Paese. Il 26enne è stato ucciso lo scorso 4 giugno, nel suo garage; l’allarme è stato lanciato verso le 22:30, ma quando polizia e ambulanza sono accorsi sul posto per il ragazzo c’era ben poco da fare: C.Gambino è morto in ospedale.

Famoso per indossare una maschera che gli copriva il volto, il rapper aveva circa un milione di streaming al mese su Spotify; le circostanze della sua morte, ancora da chiarire, potrebbero essere legate a suoi presunti rapporto con la criminalità organizzata, come dichoarato dal portavoce della polizia, Thomas Fuxborg, nella dichiarazione riportata dall’agenzia TT: “«Non voglio entrare nel merito di quale ambito, ma è conosciuto nel contesto dei network criminali. Non sappiamo ancora chi stiamo cercando, ma poiché c’è una connessione ai network, potremmo avere un’idea della direzione in cui potrebbe trovarsi. Stiamo verificando se la sua musica possa essere collegata a quanto accaduto”.

Anche il critico musicale Petter Hallen si è espresso sulla morte di C.Gambino, definendola “un duro colpo per la scena rap di Goteborg e di tutta la Svezia”. Hallen ha aggiunto: “Ciò che è ancora più tragico è che negli ultimi tempi si era allontanato dagli ambienti oscuri e della criminalità per dedicarsi maggiormente ad esprimere con l’arte relazioni e sentimenti”.

C.Gambino non è comunque il primo rapper a essere ucciso in Svezia: nell’ottobre del 2021 fu Einar a essere ucciso a Stoccolma, in un conflitto tra bande, un po’ come succedeva nei primi anni ’90 sulla scena rap americana, quando big come Tupac Shakur e Notorius B.I.G. vennero uccisi nello stesso contesto.

 

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