Oggi 8 agosto di 66 anni fa 275 operai lavoravano nella miniera di carbone di proprietà statale di Bois du Cazier, a Marcinelle, in Belgio, quando alle 8.10 del mattino scoppiò un incendio devastante.

Solo 13 minatori riuscirono a salvarsi. Gli altri 262 lavoratori, provenienti da dodici Paesi, emigrati in Belgio in cerca di lavoro e stabilità, rimasero intrappolati a oltre 1 chilometro sottoterra, mentre estraevano carbone a ciclo continuo. Più della metà dei minatori era italiana: 136, emigrati da tutta Italia in cerca di fortuna.

Le indagini successive dimostrarono che a causare il violento incendio era stato un carrello, di quelli che i minatori usavano per trasportare il carbone, rimasto incastrato nel montacarichi del pozzo della miniera: tutto era partito da un malinteso tra i lavoratori in superficie e quelli che lavoravano sottoterra. Il blocco finì per causare la rottura di un condotto di olio sotto pressione e di alcuni cavi elettrici: l’esplosione fu immediata e l’incendio si propagò all’istante.

Gli uomini che lavoravano nel sottosuolo non ebbero alcuna possibilità di salvarsi, perché la miniera di Bois du Cazier non aveva uscite di sicurezza. I 262 lavoratori rimasero in trappola tra i 975 e i 1.035 metri di profondità, dove morirono per il fuoco o soffocati dall’ossido di carbonio.

I soccorsi riuscirono a scendere nella miniera solo 15 giorni dopo e confermarono le paure che i famigliari delle vittime nutrivano da tempo: “tutti cadaveri“, riportarono le autorità.

L’ultimo dei 13 superstiti della strage di Marcinelle, Alfredo Damiani, è morto nel 2021.

I minatori a Marcinelle vivevano in assoluta povertà: abitavano in baracche usate per i prigionieri sovietici dei lager tedeschi e, dopo la sconfitta, per gli stessi tedeschi. Nel dopoguerra arrivarono in Belgio 140mila minatori italiani, per via di un accordo tra i governi secondo cui l’Italia avrebbe inviato mille minatori a settimana in cambio di 200 chili di carbone al giorno per ogni emigrato inviato.

L’emigrazione dei nostri connazionali e il sacrificio che questa ha comportato hanno segnato l’identità dell’Italia e anche lo stesso processo d’integrazione europea“, ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio condiviso con la stampa.

Le strutture della miniera a Marcinelle sono state restaurate in memoria del disastro.

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