"Tutti cadaveri", i 262 morti di Marcinelle partiti in cerca di fortuna e lavoro
L'8 agosto 1956 accadeva la tragedia di Marcinelle, in cui 262 minatori persero la vita in una miniera di carbone in Belgio. Di questi, più della metà erano italiani.
L'8 agosto 1956 accadeva la tragedia di Marcinelle, in cui 262 minatori persero la vita in una miniera di carbone in Belgio. Di questi, più della metà erano italiani.
Oggi 8 agosto di 66 anni fa 275 operai lavoravano nella miniera di carbone di proprietà statale di Bois du Cazier, a Marcinelle, in Belgio, quando alle 8.10 del mattino scoppiò un incendio devastante.
Solo 13 minatori riuscirono a salvarsi. Gli altri 262 lavoratori, provenienti da dodici Paesi, emigrati in Belgio in cerca di lavoro e stabilità, rimasero intrappolati a oltre 1 chilometro sottoterra, mentre estraevano carbone a ciclo continuo. Più della metà dei minatori era italiana: 136, emigrati da tutta Italia in cerca di fortuna.
Le indagini successive dimostrarono che a causare il violento incendio era stato un carrello, di quelli che i minatori usavano per trasportare il carbone, rimasto incastrato nel montacarichi del pozzo della miniera: tutto era partito da un malinteso tra i lavoratori in superficie e quelli che lavoravano sottoterra. Il blocco finì per causare la rottura di un condotto di olio sotto pressione e di alcuni cavi elettrici: l’esplosione fu immediata e l’incendio si propagò all’istante.
Gli uomini che lavoravano nel sottosuolo non ebbero alcuna possibilità di salvarsi, perché la miniera di Bois du Cazier non aveva uscite di sicurezza. I 262 lavoratori rimasero in trappola tra i 975 e i 1.035 metri di profondità, dove morirono per il fuoco o soffocati dall’ossido di carbonio.
I soccorsi riuscirono a scendere nella miniera solo 15 giorni dopo e confermarono le paure che i famigliari delle vittime nutrivano da tempo: “tutti cadaveri“, riportarono le autorità.
L’ultimo dei 13 superstiti della strage di Marcinelle, Alfredo Damiani, è morto nel 2021.
I minatori a Marcinelle vivevano in assoluta povertà: abitavano in baracche usate per i prigionieri sovietici dei lager tedeschi e, dopo la sconfitta, per gli stessi tedeschi. Nel dopoguerra arrivarono in Belgio 140mila minatori italiani, per via di un accordo tra i governi secondo cui l’Italia avrebbe inviato mille minatori a settimana in cambio di 200 chili di carbone al giorno per ogni emigrato inviato.
“L’emigrazione dei nostri connazionali e il sacrificio che questa ha comportato hanno segnato l’identità dell’Italia e anche lo stesso processo d’integrazione europea“, ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio condiviso con la stampa.
Le strutture della miniera a Marcinelle sono state restaurate in memoria del disastro.
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