"Calci e pugni a mio figlio, la scuola non lo difende", la denuncia di un padre

Calci, pugni e gomitate a un 12enne durate almeno dieci secondi all'interno di una classe di una seconda media senza che il professore presente intervenisse: a parlare, adesso, è il padre della vittima, stanco di subire.

Ancora bullismo, ancora calci e pugni senza alcun motivo, ancora vittime innocenti. Stavolta a raccontarlo è un padre che, al Corriere.it, spiega come la scuola frequentata dal figlio non lo avrebbe difeso dalle botte, dai soprusi del bullo di turno. Il giovane, uno studente di 12 anni, è stato pestato brutalmente: buttato a terra e aggredito dal compagno di classe al punto da provocargli un trauma cranico e costole incrinate. Calci, pugni e gomitate durate almeno dieci secondi all’interno di una classe di una seconda media senza che il professore presente intervenisse perché, pare, non se ne fosse nemmeno accorto. La scuola avrebbe tentato persino di sottovalutare l’accaduto verificatosi in un paese di settemila abitanti della provincia di Lodi. Alla fine il padre ha presentato denunciato così da far aprire un’inchiesta dalla Procura di Lodi.

“Mio figlio è buono, persino troppo. Noi viviamo così, mai l’uso della violenza e sempre l’educazione e il rispetto delle regole. Non le sto mentendo, quando lui sbaglia sono il primo a essere severo. Ma ora mi faccio tante domande. Per quale motivo dopo il pestaggio non ci hanno avvisati? Hanno lasciato mio figlio dolorante, gli hanno messo del ghiaccio sulle costole e amen. Nell’immediato non è stata presa nessuna misura contro il bullo, l’hanno sospeso per tre giorni in concomitanza con le vacanze di Natale e forse solo perché avevamo presentato denuncia” ha raccontato il padre, arrabbiato non solo col bullo ma anche con la scuola che non avrebbe difeso la vittima del pestaggio. L’aggressione, tra l’altro, sarebbe scattata poiché il 12enne avrebbe riferito ad un professore che il compagno “si stava preparando una canna”.

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Il 12enne, adesso, continua a stare in classe “con quel compagno”: “Da allora in casa si è zittito. Chi mi garantisce che le violenze siano davvero terminate?”. A scuola, secondo questo questo padre, avrebbero paura dell’aggressore poiché “figlio di una famiglia di prepotenti, nota pure alle forze dell’ordine”: “Possono dei professori subire e inchinarsi? Si dice che quel 15enne giri con un tirapugni. Lo ha addosso anche in classe e si dice che ci siano tante altre vittime e che, sempre per paura, i genitori tacciano” ha concluso.

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