Prenotano Villa per il Matrimonio, Ma all'Ultimo la Proprietaria Disdice. Ecco il Motivo

Chi di noi è sposata, sa bene quanti passaggi richieda l'organizzazione di un matrimonio. E può capire cosa significhi una disdetta da parte della struttura scelta per il ricevimento a un paio di mesi dal lieto evento, senza possibilità di cambiare data: ecco il motivo, o almeno ciò che sembra.

Sappiamo bene quante cose si debbano pensare per organizzare al meglio un matrimonio da tanto tempo sognato: definire la data, consegnare gli inviti, scegliere i testimoni, le bomboniere, il catering, il luogo del ricevimento… Elisa e Chiara – i nomi sono di fantasia per proteggere la privacy della coppia – avevano già pianificato tutto alla perfezione: dopo un fidanzamento di 9 anni, avevano deciso di coronare il loro sogno d’amore con un “sì” davanti a un rappresentante comunale. E dopo aver programmato ogni dettaglio, si erano impegnate nella ricerca della struttura che potesse accogliere loro e gli ospiti, scelta ricaduta dopo diversi sopralluoghi, come riferisce Il Fatto Quotidiano, su una villa prenotata con il supporto di una wedding planner. Fin qui nulla da dire. Se non che la proprietaria della struttura, una volta scoperto che il matrimonio coinvolgeva due donne anziché una “normale” coppia eterosessuale, avrebbe fatto in modo che tutto saltasse.

A denunciare il fatto è Cathy La Torre, consigliere comunale di Bologna nonché attivista che ha raccolto la richiesta d’aiuto di Elisa e Chiara, le quali ora, anticipa La Torre, “chiederanno un risarcimento per responsabilità precontrattuale” in assenza di una norma specifica che regolamenti “le discriminazioni di genere” in questi casi.

Tutto ha inizio a gennaio. Elisa e Chiara, dopo svariati sopralluoghi, individuano in una villa poco fuori Bologna il luogo che può ospitare il sigillo del loro sentimento e iniziano a muoversi per fare in modo che tutto si svolga come si deve, come avevano sempre sognato.

Abbiamo fatto contattare la struttura dall’agenzia che organizza il catering e si occupa di vari aspetti, come la musica, le luci, i fotografi – racconta una delle due ragazze sempre a Il Fatto Quotidiano – Abbiamo fatto anche diverse visite, in cui non abbiamo mai nascosto di essere una coppia di donne, e la cosa non ha mai scatenato alcun problema.

Almeno così sembrava, tanto che le due ragazze proseguono a spron battuto nella programmazione del loro matrimonio. Un gesto simbolico in attesa dell’approvazione della legge sulle unioni civili, ma per loro non meno importante. Tanto che avevano già comprato i biglietti per il viaggio di nozze. Un sogno che sta per trasformarsi in realtà, insomma, ma solo fino a qualche giorno fa, a due mesi dal lieto evento.

La nostra agenzia ci ha girato una mail – prosegue il racconto di una delle due ragazze – che aveva ricevuto dalla proprietaria della struttura.

Contenuto della missiva, annullamento della festa. Motivo: in quella data la villa non è più disponibile per non meglio precisati impegni familiari. La soluzione, vista così, sembra più semplice che mai: “Cambiamo data!”, risolvono rapidamente Elisa e Chiara, come avrebbe fatto la stragrande maggioranza di noi in una circostanza simile. Ma nemmeno questo è possibile.

Abbiamo chiesto di poter spostare in un’altra data da qui a ottobre, anche durante la settimana. Ma ci è stato risposto che il locale era pieno per tutto l’anno. Siamo amareggiate e mortificate. Anche perché non è un gioco, tutto questo ha avuto anche un costo.

Elisa e Chiara si sono rivolte immediatamente a Gay Lex di Bologna, studio legale che offre assistenza alle persone Lgbt colpite da discriminazioni.

Le trattative erano già molto avanzate – riprende Cathy La Torre – erano stati fatti sopralluoghi anche in compagnia della wedding planner. Chiederemo i danni per aver ingenerato l’aspettativa di concludere il contratto che poi è saltato senza una reale motivazione. Anche se riteniamo che la vera causa sia il fatto che si tratti di due donne.

Dal Senato, il parlamentare del Partito Democratico Sergio Lo Giudice tuona:

Nessuno pensi che queste manifestazioni di omofobia e di boicottaggio rimarranno in silenzio. Ci faremo valere nei tribunali.

Ma la proprietaria del locale – che ha preferito mantenere l’anonimato – non ci sta. Nega ogni addebito legato a discriminazioni di genere e motiva l’annullamento parlando delle esigenze delle persone che abitano nella struttura, un agriturismo a conduzione famigliare con “limitate possibilità di accoglienza. Valutiamo caso per caso se possiamo soddisfare le richieste dei clienti”.

L’amore di Chiara ed Elisa non finirà certo per questo: troveranno un altro luogo pronto ad accoglierle. E nemmeno la loro battaglia si fermerà. Per carità, non vogliamo esprimerci prima che la verità venga appurata in toto, ma se i fatti stessero come sembra, auguriamo alla coppia di ottenere giustizia. Se invece valessero le ragioni della proprietaria, non ci resterebbe che chiederci perché – almeno stando al racconto della vicenda da parte di La Torre e della coppia – non ci sia stata chiarezza da subito. Che ne pensate, amiche?

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