Vaccinare i bambini dai 6 mesi ai 14 anni ci aiuterà a individuare meglio eventuali casi Covid“, è questo l’appello lanciato dalla Società Italiana di Medici Pediatri per contrastare il coronavirus.

Dopo l’apertura delle scuole, nella cosiddetta Fase 3, il 47% dei bambini potranno presentare i sintomi dell’infezione da Covid-19 e senza interventi specifici, potranno essere proprio i piccoli ad essere gli “untori” da coronavirus. Il presidente della SIMPE, Giuseppe Mele, ha spiegato:

Con l’apertura delle scuole a settembre, raccomandata dalla maggior parte degli esperti, quindi ben oltre la cosiddetta ‘fase 2’, ci sarà una vera e propria rivoluzione nei contagi da Covid-19.

La riapertura delle scuole quindi favorirà la diffusione del contagio tra i bambini e di conseguenza potrebbe esserci il rischio reale di un nuovo picco epidemico. Inoltre in autunno inizia la diffusione delle solite patologie infettive stagionali come quella dell’influenza e questo potrà rendere ulteriormente difficile la valutazione della situazione epidemiologica.

È fondamentale fornire già da ora tutti gli strumenti necessari per consentire un’indagine sierologica ed attivarsi in modo da distinguere subito i sintomi da legati al coronavirus da quelli influenzali o para-influenzali.

Per questo motivo, – ha spiegato il presidente della SIMPE – è stata chiesta l’obbligatorietà della vaccinazione anti-influenzale per i bambini di un’età compresa tra i 6 mesi e i 14 anni.

Pensiamo anche di dover organizzare la pediatria di famiglia in forme associative diverse rispetto al passato per un approccio di comunità e non più rivolto al singolo. La popolazione pediatrica deve godere degli stessi diritti degli adulti e le stesse opportunità di assistenza, attraverso le Unità di Continuità Assistenziale dedicate alla pediatria (USCAP).

Presto potrebbe esserci un confronto con i tavoli Ministeriali e con le Regioni in modo da fornire supporto come Società Scientifica.

Diversi studi confermano che i bambini potrebbero trasmettere raramente il Covid-19, uno in particolare è stato pubblicato sulla rivista Clinical Infectious Diseases. Un bambino di nove anni di Les Contamines-Montjoie, in Alta Savoia (Francia), è risultato positivo al coronavirus ma prima di scoprire l’infezione, ha continuato a frequentare tre scuole e un club di sci. Nonostante questo, il piccolo non ha trasmesso il virus ad altre persone.

Kostas Danis, l’epidemiologo di Santé Publique France e principale autore dello studio, ha dichiarato all’agenzia France-Presse:È possibile che i bambini, poiché non presentano molti sintomi e hanno una bassa carica virale, trasmettano poco di questo nuovo coronavirus“.

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