Siamo in una situazione di emergenza. La tensione e la paura si fanno silenziosamente strada nelle nostre case. A ogni ingresso in un supermercato, al primo sintomo di influenza di un nostro caro, alla notizia dei trasferimenti in massa dal Nord al Sud, il Coronavirus è diventato parte integrante della nostra quotidianità e il bilancio tra contagiati/morti è attenzionato da tutti.

Gli esperti dell’Università Johns Hopkins restituiscono una panoramica in tempo reale di tutti i casi accertati di contagio da Coronavirus, in tutto il mondo. A oggi per un totale di 111.363 contagiati, ne sono morti 3.892.

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In un contesto del genere è lecito chiedersi come il personale medico debba e possa intervenire. Inoltre, è importante anche sapere che vi sono criteri ben definiti e una prassi specifica per le situazioni di “catastrofe”.

La medicina delle catastrofi, infatti, è quel ramo della medicina che si occupa dei problemi sanitari che emergono a seguito di una catastrofe, sia per il primo soccorso e l’assistenza sanitaria, che per gli interventi di sanità pubblica e le attività di assistenza psicologica.

Il Giornale, in un articolo del 7 marzo 2020, lancia la apparente notizia choc di un documento segreto fornito agli anestesisti e ai medici per l’emergenza Coronavirus. La realtà è che questo documento (che non è mai stato segreto) è stato diffuso dalla Società italiana di anestesia, di analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), tutto nero su bianco, e nel quale vengono fornite una serie di raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili.

La Siaarti, infatti, chiarisce il suo punto di vista a fronte della pubblicazione del documento: “In una situazione così complessa, il medico può trovarsi a dover prendere in breve tempo decisioni laceranti da un punto di vista etico oltre che clinico: quali pazienti sottoporre a trattamenti intensivi quando le risorse non sono sufficienti per tutti. Non è la SIAARTI, con questo Documento di Raccomandazioni, a proporre di trattare alcuni pazienti e di limitare i trattamenti su altri. Al contrario, sono gli eventi emergenziali che stanno costringendo gli anestesisti-rianimatori a focalizzare l’attenzione sull’appropriatezza dei trattamenti verso chi ne può trarre maggiore beneficio, laddove le risorse non sono sufficienti per tutti pazienti.

Tra le principali raccomandazioni fornite al personale sanitario nel documento della Siaarti, ad esempio, possiamo citare:

  • può rendersi necessario porre un limite di età all’ingresso in terapia intensiva. Si riservano, in pratica, risorse a chi ha maggiori “probabilità di sopravvivenza” e chi può avere più anni di vita salvata;
  • devono essere considerate con attenzione le volontà precedentemente espresse dai pazienti e in modo particolare per chi sta già attraversando il tempo della malattia cronica;
  • un eventuale giudizio di in appropriatezza all’accesso alle cure intensive può essere basato unicamente su criteri di giustizia distributiva e può essere giustificato nella straordinarietà della situazione;
  • tutti gli accessi a cure intensive devono essere sottoposti a una quotidiana rivalutazione dell’appropriatezza;
  • gli operatori sanitari ed i medici sono invitati a “fare rete”, a scambiare informazioni, per poter dedicare tempo e risorse a momenti di de briefing e nella gestione di un eventuale burnout professionale.

Tali raccomandazioni vengono in aiuto soprattutto perché lo squilibrio tra risorse disponibili (posti in terapia intensiva) e contagiati non possono superare un certo limite sovraccaricando il nostro (già particolare) sistema sanitario.

Insomma, le misure per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 sono di vitale importanza e sarebbe meglio, per tutti, rispettarle. Stiamo attenti ai titoli sensazionalistici, valutiamo con attenzione le fonti, e cerchiamo di fare la nostra parte.

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato ieri il nuovo Dpcm che prevede, in attuazione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, ulteriori misure per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 su tutto il territorio nazionale. Potete consultare tutto sul sito del Governo. Allo stesso tempo il Ministero dell’Interno ha messo a disposizione dei cittadini un modulo scaricabile qui da presentare per chi entra ed esce dalle zone di sicurezza.

Ciò che si richiede è un maggior senso civico e una maggiore responsabilità. In questo modo supporteremo anche tutto il sistema sanitario nella gestione di questa situazione così complessa che, si spera, nelle prossime settimane non diventi ancora più drammatica.

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