Il coronavirus si è portato via anche una personalità molto famosa dell’alpinismo italiano. A 80 anni è morto Ezio Berti, originario della città di Verona.

Berti è diventato una leggenda tra gli scalatori italiani per essere tra i pochi connazionali ad aver scalato 25 volte l’Himalaya. Nonostante abbia goduto di ottima salute per quasi tutta la sua vita, il COVID-19 si è dimostrato un nemico troppo forte anche per lui.

Ezio Berti era nato 80 anni fa a San Giovanni Lupatolo, in provincia di Verona, ed è morto a Villafranca. Era stato trasferito nell’ospedale veronese dopo essere stato ricoverato per oltre trenta giorni a Borgo Roma.

La storia di Berti è particolarmente tragica perché poche settimane fa l’uomo aveva perso sua moglie Gema, a sua volta vittima del nuovo coronavirus.
Non è finita qui: tempo fa anche suo figlio Remo era stato infettato dal virus. L’uomo, però, ce l’ha fatta dopo aver trascorso più di una settimane in terapia intensiva.

La figlia di Remo, Elisabetta, ha parlato di un “dolore straziante” dopo aver appreso della dipartita di entrambi i nonni nel giro di qualche giorno. A ciò si è aggiunta anche l’angoscia di sapere che suo padre era intubato in una stanza d’ospedale.

Anche la comunità dell’alpinismo italiano e in particolar modo quello veronese ha seguito la vicenda, sperando in un miracolo fino all’ultimo. La speranza era che Ezio superasse anche questa impegnativa sfida ma il COVID-19 non gli ha lasciato scampo.

Il Gruppo Alpino Scaligero di Verona ha voluto ricordarlo sui social, scrivendo che il suo cuore “non ha retto nella sua strenua lotta contro questo maledetto virus”.

Tanti i messaggi di cordoglio delle persone, scalatori e non, che lo hanno conosciuto e hanno apprezzato la sua persona. Una persona gli ha dedicato un messaggio commovente, salutandolo così: “Ciao Ezio il vecchio, non ti dimenticheremo”.

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