Nella giornata di ieri, in Svizzera si è registrato il decesso di un bimbo di pochissimi mesi dovuto alle conseguenze del Covid-19. A riferirlo è stato il direttore della divisione Malattie trasmissibili dell’Ufsp della Confederazione elvetica, Stefan Kuster, nel corso di una conferenza stampa.

Secondo quanto riportato da Adnkronos, il piccolo, originario del cantone di Argovia, avrebbe contratto il virus durante un viaggio all’estero, anche se al riguardo non sono state rilasciate ulteriori informazioni.

Il bimbo sarebbe morto all’interno del Kinderhospital di Zurigo, dove era stato ricoverato.
Anche i due fratellini sarebbero risultati positivi al test sul Covid-19, facendo scattare l’isolamento preventivo per 70 persone venute nei giorni scorsi in contatto con la famiglia.

Kuster ha sottolineato che la morte del piccolo e i nuovi casi di contagio devono ricordare che il coronavirus è tuttora presente e che resta pericoloso. La guardia deve restare alta. In caso contrario, c’è il rischio di una nuova ondata pandemica.

Dall’inizio dell’emergenza, in Svizzera sono stati registrati oltre 30.800 contagi Covid-19 e 1.657 morti.  Il Paese elvetico si sta preparando alla riapertura delle frontiere, anche se attualmente non ci sono conferme sulla data.

Mario Gattiker, direttore della Segreteria di Stato della Migrazione, nel corso di una conferenza stampa organizzata per fare il punto sull’emergenza sanitaria, ha sottolineato che i controlli ai valichi continueranno a essere legati al rischio di nuovi contagi.

“A partire dal 15 giugno, ma solo se lo sviluppo dell’epidemia lo permetterà, verrà ripristinata la libera circolazione delle persone con Germania, Francia e Austria.
Dal 6 luglio, invece, contiamo di ripristinare la libertà di viaggiare in tutto lo spazio Schengen”.

Per quanto riguarda l’Italia, al momento, il Governo svizzero non considera ancora sicura la riapertura dei confini: “Siamo in costante contatto con l’Italia – ha precisato Gattiker – ma per ora non ci sono novità”.

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