Cosa pensa una persona mentre la uccidono perché è trans?

L'Italia ha il triste primato europeo per vittime di transfobia. 409 in tutto il mondo solo nel 2021. L'odio verso le persone trans è terribile è quantomai radicato nella società, e alcuni di questi crimini passano in silenzio, nell'indifferenza generale.

Mentre una parte del Senato della Repubblica ha applaudito, esultando con toni da stadio, all’affossamento del ddl Zan, in Italia le persone trans continuano non solo a essere discriminate, ma anche a morire.

3664, nel mondo, sono le vittime della violenza transfobica dal 2008 al 2020; 350 le persone trans uccise solo nel 2020, 409 nel 2021. L’Italia si porta dietro un triste primato, quello di Paese europeo con il maggior numero di vittime di transfobia, secondo il Trans Murder Monitoring.

A cosa pensavano Marsha P. Johnson, Shawn “Junior” Keegan e altre persone trans nei loro ultimi momenti di vita? Il nostro contributor Elia Bonci, attivista LGBTQ+ e ideatore del progetto AMORE IN MOVIMENTO ha immaginato quei pensieri trasformandoli nelle parole con cui Chiara Tarquini ha dato voce ad alcune delle vittime di transfobia che ogni anno vengono ricordate nel Transgender Day Of Remembrance, la ricorrenza che celebra proprio le vittime dell’odio e del pregiudizio verso le persone transgender.

Questo il video:

Alcune storie sono diventate loro malgrado famose, di altre vittime, invece, a malapena si è sentito mai nominare il nome; perché, al di là dei numeri, che riguardano ovviamente solo i casi di cui si sono occupati i media, i numeri della violenza transfobica potrebbero essere – e probabilmente sono – decisamente più alti. E anche nel caso in cui quotidiani o telegiornali decidano di occuparsi di un caso di omicidio che coinvolge una persona trans, spesso è il linguaggio usato a essere sbagliato: o si dà una visione stereotipata della vittima, sottolineando il fatto che la persona uccisa fosse un/a sex worker, o introducendo il dubbio che lo fosse anche dove è evidente il contrario, riproducendo così il cliché che vorrebbe tutte le persone trans lavoratrici o lavoratori del sesso, o si usano misgendering e dead name che tolgono il diritto all’identità delle persone coinvolte e contribuiscono ad alimentare pregiudizi e false convinzioni.

Marsha P. Johnson

Tra le fondatrici del Gay Liberation Front e parte attiva nei moti di Stonewall del 1969, il corpo di Marsha P. Johnson fu ritrovato il 6 luglio del 1992 mentre galleggiava nel fiume Hudson. La sua morte fu inizialmente catalogata come suicidio, nonostante i dubbi degli amici, fra cui Sylvia Rivera. Diversi testimoni riferirono che Johnson era stata molestata da un gruppo di teppisti, e addirittura uno di loro si sarebbe vantato, in un bar, di aver ucciso una drag queen “chiamata Marsha”. Le testimonianze non furono però mai prese in considerazione, e solo nel 2012 l’attivista Mariah Lopez riuscì a far riaprire il caso affinché fosse classificato come possibile omicidio.

Il sindaco di New York ha promesso di realizzare una statua in memoria di Marsha P. Johnson e di Sylvia Rivera.

Rita Hester

Il 28 novembre 1998 Rita Hester viene ritrovata morta, accoltellata più volte, nella sua casa di Boston. A chiamare la polizia, allarmato dalle grida, un vicino di casa di Hester. Le forze dell’ordine stabiliscono che assassino e vittima probabilmente si conoscevano, vista l’assenza di segni di effrazione, e viene anche stabilito il movente: odio transgender. Dal suo omicidio, per volontà di Gwendolyn Ann Smith, nasce nello stesso anno il Transgender Day of Remembrance.

Hande Kader

Diventata famosa per la protesta durante il Gay Pride del 28 giugno 2015 in Piazza Taksim, nel 2016 il suo coinquilino, Davut Dengiler, ha denunciato la scomparsa di Hande Kader, che mancava da casa da più di una settimana.

Il suo corpo è stato trovato mutilato e carbonizzato, sul ciglio di una strada di Istanbul, l’8 agosto, a Zekeriyaky, quartiere elegante di Istanbul. Ci sono voluti giorni prima che il cadavere venisse identificato.

Shawn “Junior” Keegan

Shawn “Junionr” Keegan aveva solo 19 anni quando è stato assassinato da Marcello Palma, responsabile anche degli omicidi di Brenda Ludgate e di Deanna (Thomas) Wilkinson. Tutte le sue vittime erano sex worker. Il corpo di Keegan è stato ritrovato il 20 maggio 1996.
Palma, fermato solo dopo molto tempo e dopo aver commesso altri omicidi, è stato condannato all’ergastolo per omicidio di primo grado senza possibilità di libertà condizionale per 25 anni.

Maria Paola Gaglione

La ragazza è morta nella notte tra il 10 e l’11 settembre 2020 a Caivano, mentre si trovava sullo scooter del fidanzato, transessuale, Ciro Migliore. Sono stati speronati dal fratello di lei, che non accettava la relazione tra i due.

Nel febbraio 2021 Ciro Migliore è stato arrestato dalla polizia per un fatto di spaccio di droga risalente al 2018, ed è stato condotto nel carcere femminile di Pozzuoli. Segno che il misgendering è quantomai attuale.

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