Qualche giorno fa, l’influencer Beatrice Valli ha comunicato ai fan su Instagram di soffrire di un particolare disturbo, il deficit vestibolare acuto (DVA), che l’ha costretta a prendere le distanze dai social per un breve periodo. Ma di cosa si tratta esattamente?

Conosciuto anche con il nome di neurite vestibolare, questa patologia attacca gli apparati vestibolari periferici, impedendone la corretta funzionalità. I sintomi più comuni di questa patologia sono la nausea, il vomito, il mal di testa, la sudorazione, la tachicardia e le forti vertigini.

Nei casi in cui si presenta, non è raro riscontrare lesioni neurodegenerative del nervo vestibolare e del neuroepitelio recettoriale. In alcune circostanze può essere possibile l’implicazione dell’Herpes virus I, che rimane latente fino alla manifestazione di patologie croniche acute come il diabete, patologie autoimmuni, patologie reumatologiche, traumi, artrosi cervicale, sindromi ansiose o allergie.

L’herpes virus I non è però l’unico virus in grado di scatenare questa malattia. Altrettanto pericolosi possono essere i virus appartenenti al complesso Torch, gli adenovirus e addirittura i virus influenzali. Anche per questa patologia esistono delle condizioni preesistenti che possono aggravare i sintomi, come l’obesità, l’ipercolesterolemia, il diabete, l‘ipofolatemia, patologie autoimmuni e l’ipertensione arteriosa.

Identificare i pazienti affetti da disturbi vestibolari può essere molto difficile. Capogiri e vertigini sono condizioni lamentate spesso durante le visite mediche, e affliggono circa il 40% delle persone sopra i 40 anni, secondo quanto riportato nel libro Vestibular Rehabilitation, di Susan Herdman e Richard Clendaniel.

Le vertigini, per chi soffre di questa patologia, dovrebbero scomparire entro pochi giorni, ma il senso di instabilità potrebbe diventare cronico se non si agisce nel più breve tempo possibile dopo la comparsa dei sintomi.

Deficit vestibolare acuto: la cura

Nel trattamento del deficit vestibolare acuto di grande importanza è lo studio accurato di ogni singolo caso. “Poiché non sempre è disponibile una diagnosi per pazienti che lamentano vertigini e mancanza di equilibrio, la valutazione e l’identificazione di problemi e obiettivi diviene primaria”, ha asserito Cristina Monti, psicologa e psicoterapeuta specializzata in psicoterapia Cognitivo Comportamentale.

La prima fase della cura si basa sulla somministrazione di farmaci antiemetici e particolari terapie volte a favorire il recupero neurochimico. Poi si parte con la seconda fase, quella riabilitativa.

“Vengono insegnate ai pazienti tecniche di gestione dei sintomi principali e secondari: rilassamento muscolare, respirazione addominale, desensibilizzazione graduale ai sintomi, esposizione a situazioni e luoghi che suscitano ansia e paura, gestione dei pensieri negativi e degli evitamenti”, ha precisato Monti.

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