Il 29 maggio 1994 la rivista musicale britannica Q riunì in copertina l’americana Tori Amos, l’inglese PJ Harvey e l’islandese Björk sotto il titolo “Hips, lips, boobs and can”, ovvero “Fianchi, labbra, tette e potere“. Tre artiste diversissime, unite solo da un particolare: la musica tutt’altro che commerciale che proponevano.

Nessuno poteva immaginare che, quasi trent’anni dopo quello scatto, l’incontro tra queste tre artiste avrebbe acquisito lo status di ‘storico’. Non solo per la copertina, realizzata dal fotografo John Stoddart, ma per le parole coraggiose e all’avanguardia che il trio pronunciò nell’intervista successiva alla foto: parole che diedero inizio a una nuova generazione di artiste donne.

All’inizio degli anni Novanta tutti stavano assistendo alla terza ondata di femminismo. Si erano generati movimenti come Riot Grrrl e c’era stata l’esplosione della scena alternativa. Tuttavia a quel tempo le donne avevano ancora bisogno di mostrare qualcosa di diverso, qualcosa che uscisse dagli schemi prestabiliti, in modo che i media e il pubblico capissero (fino in fondo) che qualcosa era cambiato per sempre.

“Björk ha portato innovazione con il suo mix di musica pop ed elettronica, PJ Harvey, soprattutto nei suoi primi album, ha stupito con l’elettricità e la sensualità dei suoi testi. E Tori Amos, nonostante il suo aspetto più classico, è stata tremendamente audace: nel suo primo album, Little Earthquakes , si è aperta, includendo brani come Me and a Gun, dove ha raccontato come è sopravvissuto a uno stupro all’età di 21 anni”, ha dichiarato Toni Castarnado, autore del saggio Las chicas del Q, pubblicato da Sílex Ediciones.

Queste tre, promettenti artiste si incontrarono quel lontano giorno del 1994 in uno studio fotografico nel quartiere londinese di Islington e realizzarono una copertina divenuta il simbolo di un’era.

L’atemporalità di quel ritratto risiede, secondo Castarnado, nella sua semplicità: “PJ Harvey guarda la telecamera fredda e distante, Björk è più eccentrico e Tori è rilassata e sicura di sé. La vicinanza, così come la comunione tra loro, è ciò che ha fatto trascendere l’immagine”.

Ma ciò che colpisce di più è stata l’intervista a tre realizzata dopo lo scatto da Adrian Deevoy. Il giornalista le ha punzecchiate chiedendo loro se si fossero mai sentite in competizione con altre artiste donne. Ma la risposta che ha ottenuto è stata un ‘no’ secco.

“I giornalisti mettono le donne l’una contro l’altra. Se pensi che Jimi Hendrix, Jimmy Page ed Eric Clapton erano molto più simili di noi. Abbiamo le tette. Abbiamo tre buchi. Questo è ciò che abbiamo in comune”, ha risposto decisa Tori Amos. “Non suoniamo nemmeno gli stessi strumenti. Mi delude davvero quando devi creare una sorta di competizione per le loro piccole menti e fantasie. Questa non è crescita, non è sostegno”.

Un altro momento dell’intervista che riflette la discriminazione che le tre hanno dovuto affrontare si è verificato quando Deevoy ha chiesto loro se fossero mai state interrotte o insultate durante un concerto. “Ho avuto persone dall’inizio alla fine che urlavano: ‘Fottuta puttana!’ Mi chiedo sempre perché hanno pagato soldi per farlo. Gli sorrido e canto per loro. E questo sembra funzionare. Dedica loro una canzone, magari. Funziona sempre”, ha risposto PJ Harvey.

Björk ha aggiunto: “Dopo un po’ impari a trasformare tutto in qualcosa che ti eccita. È come se avessi un pulsante. Impari a usare le cose. Se qualcuno ti urla contro, puoi usarlo per migliorare una canzone”.

Dopo quella copertina realizzata insieme, le tre artiste non si sono mai più incontrate eppure questo non ha fatto che accrescere l’iconicità di quello scatto. “Il fatto che non abbiano più fatto cose insieme rende la copertina ancora più importante”, ha dichiarato Castarnado. “Ha catturato un momento, nel quartiere di Islington, che non si ripeterà mai più”.

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