Parlano gli infermieri che da mesi sfidano il Covid-19 e lottano per salvare più vite possibili. Lanciano un disperato appello per tutte quelle persone che, nonostante tutto, continuano a non rispettare le regole: “Noi dalla trincea della terapia intensiva vi diciamo: piano con gli aperitivi in piazza. La battaglia non è finita”.

La Repubblica ha riportato il disperato appello di un’infermiera, Simona Bacci. Lei, come tanti altri suoi colleghi e colleghe, sa a cos’è il Covid-19. Ha imparato a conoscerlo guardando quei pazienti con addosso la paura di morire.

“Le foto della movida mi hanno fatto rabbia. Mi sarei messa a gridare: ragazzi non sentitevi invincibili, qui non lo è nessuno…”.

Di fronte alle immagini della movida, non può non scatenarsi la rabbia di quei medici che hanno lottato ogni in prima linea e continuano a farlo. “Qui ci sono stati mille morti. È meglio non dimenticarlo…”, lo dicono con forza tre medici primari che insieme hanno affrontato a distanza ravvicinata quel nemico invisibile. Sono Giancarlo Bosio, a capo di Pneumologia, Angelo Pan direttore degli infettivi ed Antonio Coluccello, medico in prima linea nella terapia intensiva.

Tanta amarezza e rabbia nel vedere le immagini e i comportamenti irrispettosi che potrebbero mettere a rischio i sacrifici fatti nei tre mesi di lockdown e tutte le restrizioni, ma soprattutto quei 90 giorni di inferno passati a dichiarare decessi di centinaia di persone, giovani e anziane, che non sono riuscite a sconfiggere il Coronavirus.

Il dottor Coluccello ha dichiarato:

“Abbiamo visto tutti cosa è accaduto, purtroppo le persone dimenticano in fretta. Ma dalla storia bisogna imparare: quindi la parola d’ordine è cautela”.

I medici hanno spiegato che anche se la presenza del virus sembra attenuarsi, questo risultato positivo è dovuto dalle misure di contenimento adottate. Ma ora basta il minimo errore per vanificare ogni sacrificio fatto fino ad oggi.

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