Dopo l’arrivo del vaccino Pfizer, e in attesa anche del via libero definitivo a Moderna e agli altri vaccini sperimentati contro il Covid-19, la domanda che ci facciamo tutti riguarda, ovviamente, i tempi di efficacia della vaccinazione: quando potremo davvero dirci al riparo dal virus? E, soprattutto, una volta fatta la vaccinazione potremo tornare subito ad abbracciare i nostri nonni o genitori ospiti delle RSA?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima capire come funziona la somministrazione dell’attuale vaccino, la cui campagna di distribuzione in Italia è partita il 27 dicembre, e dopo quanto tempo esso possa considerarsi efficace.

Un articolo del New York Times ha elencato, punto per punto, tutti i principali interrogativi sui vaccini: come prima cosa occorre ricordare che i vaccini non offrono una protezione completa, ed è improbabile immaginare che il Covid smetta di essere pericoloso, almeno fino a quando non si sarà raggiunta la cosiddetta immunità di gregge, ovvero la maggioranza della popolazione sarà vaccinata. Cosa che, secondo Dale Fisher, presidente della rete di allerta e risposta alle epidemie dell’Oms, non avverrà nel 2021.

Prudenza dovrà quindi essere la parola d’ordine anche per quest’anno appena iniziato. Bisogna poi considerare che i primi vaccinati – devono passare circa due settimane dopo la seconda dose del vaccino – dovranno comunque mantenere le abitudini imparate in questi mesi, vale a dire indossare la mascherina ed evitare assembramenti, in particolare nei luoghi al chiuso.

I primi dati sulla trasmissione del virus delle persone vaccinate sembrano essere promettenti, ma nessun esperto si sbilancia sulla contagiosità di queste ultime; le prime prove condotte negli USA indicano che il vaccino riduce il rischio di sviluppare il Covid del 95%, ma resta quindi quella piccola percentuale che, secondo Ashish Jha, della School of Public Health a Brown, resta comunque un numero piuttosto alto.

Chiaro che incontrare parenti e amici che a loro volta siano stati vaccinati riduca ulteriormente le probabilità di contrarre il virus, mentre è importante continuare a evitare gli assembramenti se si frequentano persone non vaccinate.

Le indicazioni contenute nell’articolo del NYT sono confermate anche nelle FAQ sul sito del Ministero della Salute:

Gli studi clinici su Comirnaty (Pfizer-BioNtech) e Moderna – si legge – hanno dimostrato un’efficacia molto elevata del vaccino, rispettivamente, dopo una settimana e dopo due settimane dalla seconda dose. Il massimo della protezione si ha, quindi, dopo questo periodo. Sebbene anche dopo la prima dose è verosimile che ci sia una certa protezione dal virus, questa non è immediata dopo l’inoculazione del vaccino, ma si sviluppa progressivamente dopo almeno 7-14 giorni dall’iniezione. La seconda dose del vaccino, effettuata ad almeno 21 giorni dalla prima dose per Comirnaty e a 28 per Moderna, ha il compito di rinforzarla e renderla più prolungata.

Le “stanze degli abbracci”

Torniamo alla domanda principale: potremo abbracciare a breve i nostri nonni o genitori nelle strutture che li ospitano? Stando a quanto dichiarato dagli esperti per gli abbracci “veri” dovremo pazientare ancora un po’; in alcune RSA italiane, però, stanno prendendo piede le cosiddette stanze degli abbracci, spazi isolati, costituiti da tende o da pannelli che dividono un’area della struttura, a cui gli ospiti e i loro parenti accedono da punti diversi e da cui possono abbracciarsi e baciarsi, grazie agli speciali manicotti flessibili. Non eguaglia certamente il calore di un vero abbraccio, ma, finché dovremo portare pazienza, è sempre meglio di niente.

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