Nonostante il suicidio di Carolina, a soli 14anni, che veniva derisa attraverso commenti e post su internet, il cyberbullismo sembra non conoscere la parola fine. Su twitter ora, tra i trending topics, si può trovare l’hashtag #letroiedellamiascuola.

Ad utilizzare quotidianamente questo hashtag ci sono sia ragazzi che ragazze, che raccontano i comportamenti di moltissime adolescenti. Comportamenti vanitosi, ma comuni, che sono giustificabili con l’immaturità dell’età. Ma tra coetanei non ci si capisce, ci si aggredisce.

Qualche esempio?

  • #letroiedellamiascuola non hanno capito che la didascalia nelle foto non serve per citare frasi poetiche per giustificare le tette di fuori.
  • #letroiedellamiascuola Ginnastica con i pantaloncini attillati a raso fica anche se è dicembre.
  • #letroiedellamiascuola c’è più terra nel loro viso che nell’orto del mi nonno.

 

 

Quello che spaventa di più: #letroiedellamiascuola parlano male di TUTTI. un giorno di questi le uccido,una ad una.

Nessun attacco personale, ma sicuramente la maggioranza delle ragazzine prese di mira per il troppo trucco o i leggings, si riconosceranno nelle varie descrizioni. Sparare a zero su un’intera categoria, quella che è sempre esistita, quella delle ragazze “popolari”. Una volta lo si scriveva sui muri dei bagni, oggi su twitter. I fautori di tutto sono spesso le persone più anonime e non a caso, su twitter, la foto profilo di chi sforna un tweet al minuto con l’hashtag in questione non mostra il loro volto, ma quello dei beniamini. Internet come scudo.

Non mi stupirebbe se i maschi fossero poi i primi a mettere “mi piace” alle foto de #letroiedellamiascuola , e le femmine invidiose, sorridessero ogni mattina, passando loro pure i compiti di latino.

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